Il lemma imprimatur

Definizioni

Definizione di Treccani

imprimatur
v. lat. [3^a pers. sing. del cong. pres. passivo di imprimĕre, nel sign. mod. di «stampare»; quindi «si stampi»], usato in ital. come s. m. – parola apposta dal competente vescovo, o più spesso per delega dal suo vicario generale, a un libro o foglio stampato che gli sia stato sottoposto per la censura ecclesiastica e sia da lui approvato; può essere stampata in principio o alla fine del libro. quindi, l’approvazione espressa con tale termine: apporre, negare, ottenere l’imprimatur; talora usato con senso estens., scherz., nel senso di approvazione, consenso (sempre con riferimento alla stampa): ha ottenuto finalmente l’i. del direttore della rivista per il suo articolo; più raram., l’autorizzazione o il beneplacito accordati da un’autorità politica o da un dirigente a un’impresa, a un’iniziativa, e sim.

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Definizione di Hoepli

imprimatur

s.m. inv.
1. eccl formula dell'autorizzazione concessa da parte del vescovo competente alla stampa e alla pubblicazione di un libro sottoposto a censura ecclesiastica
|| estens. approvazione di uno scritto
2. fig., scherz. autorizzazione, permesso

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Definizione di Garzanti linguistica

imprimatur
[im-pri-mà-tur]
1. consenso, approvazione: dare, ottenere l’imprimatur
2. formula con cui un tempo l’autorità civile e quella ecclesiastica autorizzavano la stampa di un libro obbligatoriamente sottoposto al loro giudizio; esiste ancora nel diritto canonico, per le pubblicazioni di carattere religioso | l’autorizzazione stessa

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Etimologia

← voce lat.; propr. ‘si stampi’, terza pers. sing. del congiunt. pres. passivo di imprimĕre ‘imprimere, stampare’.