Il lemma notturno
Definizioni
Definizione di Treccani
notturno
agg. e s. m. [dal lat. nocturnus, der. di nox noctis «notte»]. –
1. agg. a. della notte, che è proprio della notte: le ore n.; quiete, silenzio n.; le tenebre n.; quali fioretti dal n. gelo chinati e chiusi (dante). b. di cose, che si fanno o si svolgono o si usano durante la notte: canto n. di un pastore errante dell’asia, titolo di uno dei canti di g. leopardi; il riposo n.; marcia n.; viaggio n.; navigazione n.; asilo n.; spettacolo n.; servizio n.; lavoro n., quello svolto, almeno in parte, nelle ore tra le 22 e le 6, e non compreso in regolari turni periodici, cui spetta per legge una retribuzione maggiorata; partita n. (o in notturna, o, come s. f., una notturna), partita di calcio o altra gara sportiva disputata di sera o nelle prime ore della notte, con lo stadio illuminato artificialmente. anche, di fatti o fenomeni, inerenti alla vita umana o animale, che avvengono o si manifestano nelle ore della notte, spec. nel sonno: paure, fantasie, visioni n.; timori, incubi n.; febbri n., sudorazione n., polluzioni n., ecc. in agraria, acqua n., quella a cui si ha diritto per usi agricoli nelle ore di notte. c. di persona, che esercita qualche attività o, più genericam., che fa qualche cosa durante la notte: un viandante n.; i soliti clienti n.; guardiano n., guardia n., che svolgono di notte il proprio servizio di vigilanza. in usi poet., anche con valore avverbiale, equivalente a «di notte»: escon notturni e piani, e per lo colle uniti vanno (t. tasso). d. di animali o piante che esplicano una loro attività durante la notte: fiori n., aperti solo la notte; farfalle n., nome comune degli eteroceri (v.); rapaci n., le diverse specie di uccelli predatori che sono in genere attivi al crepuscolo e durante la notte, tutti appartenenti all’ordine degli strigiformi, come gufi, civette, barbagianni, ecc.
2. s. m. a. nella chiesa antica, l’ufficiatura che si teneva di notte, in tre riprese (uso tuttora conservato in taluni ordini religiosi). b. in musica, composizione strumentale, originariamente destinata a esecuzione all’aperto e di notte, che dal sec. 19° a oggi consta quasi sempre di un solo pezzo, spec. per pianoforte, in movimento per lo più lento, in stile melodico e caratterizzato da intimità di sentimento: i n. di chopin. c. Rappresentazione, in dipinti o in fotografie, di una scena che si svolge di notte, o di ambienti immersi nella notte, con particolari e suggestivi effetti di luce.
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Definizione di Hoepli
notturno
[not-tùr-no]
a agg.
1. della notte; che si riferisce alla notte; proprio della notte: ore notturne; quiete notturna; tenebre notturne
|| Che avviene di notte: volo n.; ispezione notturna
|| guardia, sentinella notturna, che svolge il suo lavoro o il suo compito di notte
|| locale notturno, locale pubblico di divertimento aperto fino a tarda notte
|| orario notturno, servizio notturno, di lavoro che si svolge di notte
2. biol di animale o pianta che esplica le sue funzioni vitali spec. di notte: uccello n.; farfalla notturna; piante notturne
CONT. diurno
b s.m.
1. belle arti rappresentazione pittorica, fotografica e sim. di soggetto notturno
2. eccl ufficio religioso che in origine si recitava in ore notturne
3. mus composizione musicale per pianoforte, lenta e patetica
4. tv, ell. programma notturno
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Definizione di Garzanti linguistica
notturno
[not-tùr-no]
f. -a; pl.m. -i, f. -e
di, della notte; che avviene, si svolge, funziona, è aperto di notte: quiete notturna; spettacolo, lavoro notturno; locale, bar notturno; guardiano notturno; linee notturne, quelle autoferrotranviarie in servizio durante la notte |fiori notturni, che si aprono di notte |animali notturni, la cui attività è prevalentemente notturna
♦ n.m.
pl. -i
1. riproduzione pittorica o fotografica di paesaggio notturno o di una scena che si svolge di notte
2. (mus.) breve composizione strumentale, per lo più pianistica, ispirata alla notte o di carattere intimo e raccolto, tipica del periodo romantico: i «Notturni» di Chopin | componimento poetico di carattere elegiaco, malinconico
3. programma radiofonico trasmesso durante la notte
4. (lit.) nella chiesa antica, ufficio divino che si recitava di notte; negli ordini monastici e nel breviario romano prima della riforma liturgica (1971), parte del mattutino
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Etimologia
← dal lat. noctŭrnu(m), deriv. di nŏctu abl. arcaico di nŏx nŏctis e avverbio (‘di notte’).
Termini vicini
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