Il lemma vita
Definizioni
Definizione di Treccani
vita
s. f. [lat. vīta, affine a vivĕre «vivere»]. –
1. in senso ampio, proprietà o condizione di sistemi materiali (i sistemi viventi, dagli organismi unicellulari a quelli pluricellulari più evoluti) caratterizzati da un alto grado di organizzazione e complessità, e di cui la cellula è considerata unità fondamentale; in essi, un numero elevato di sottosistemi, o organi diversi, concorrono funzionalmente a costituire un tutto unico, per cui si parla di individuo vivente o organismo (e i sistemi viventi formano il mondo organico), che dà luogo a capacità di crescita, sviluppo e movimento autonomo, di autoregolazione, di metabolizzazione, di adattabilità, di reattività e, soprattutto, di riproduzione, agamica o per mezzo di particolari cellule sessuali (gameti). constatata come proprietà di un numero enorme di specie, è stata ricondotta a un principio unitario dalla teoria dell’evoluzione per selezione naturale (v. evoluzione, n. 3 a) di ch. darwin, per cui si parla di origine della v., con riferimento a quel processo iniziale, da alcuni ritenuto eccezionale, da altri relativamente probabile, in cui la materia inorganica si è organizzata in strutture ordinate (composti organici, in partic. le macromolecole fondamentali: proteine e acidi nucleici), capaci di svilupparsi e riprodursi, da cui poi avrebbero avuto origine, in milioni di anni, le specie, estinte, o ancora viventi, che sono state osservate; è aperto tuttavia il dibattito se i virus, che sono incapaci di riprodursi autonomamente (dipendendo per questo da una cellula ospite, precedentemente infettata) siano da considerarsi o no esseri viventi. l’apparente contraddizione tra le proprietà di organizzazione e differenziazione crescente dei sistemi viventi e la tendenza spontanea dei sistemi fisico-chimici al disordine, alla disorganizzazione e all’omogeneità è ricomposta nella moderna termodinamica dei processi irreversibili, in quanto il sistema vivente è visto come sistema aperto (quindi non isolato), che si mantiene lontano dall’equilibrio grazie al continuo scambio di energia e materia con l’ambiente (nel quale la crescita di entropia compensa abbondantemente il decremento di entropia del sistema). nella storia del pensiero filosofico e scientifico, il concetto di vita è stato variamente riferito sia al complesso dei fenomeni capaci di prodursi e regolarsi autonomamente, sia al principio o causa stessa di tali fenomeni; si sono così contrapposte concezioni vitalistiche (v. vitalismo), che attribuiscono all’organismo vivente proprietà peculiari (spontaneità, finalismo, forza o «slancio» vitale, ecc.), irriducibili alle proprietà della materia inanimata, e concezioni meccanicistiche o materialistiche (v. materialismo e meccanicismo) tendenti a ricondurre i fenomeni vitali a processi di natura fisico-chimica.
2. a. nella concezione e nel linguaggio comune, s’intende in generale per vita lo spazio temporale compreso tra la nascita e la morte di un individuo; a questo sign. si riconnettono gran numero di frasi e locuzioni, riferite soprattutto a esseri umani, e anche ad animali (più raram. a piante): venire alla v., nascere; dare la v. a qualcuno, o dare alla v. qualcuno, generarlo, procrearlo; avere v., essere in v., vivere; tenere, mantenere in v.; finché mi resta vita (o, non com., un fil di vita), non cesserò di essergli grato; essere in fin di v.; pace volli con dio in su lo stremo de la mia v. (dante); restare, rimanere in v., sopravvivere (di tanti figli solo tre sono rimasti in vita); finire, spezzare, troncare la v.; il poveretto non dava più segno di vita; uscire di v., morire; privare della v., uccidere; togliersi la v., uccidersi; rendere, restituire alla v., risuscitare o salvare da morte (spesso in frasi iperb.). in contrapp. a morte, in espressioni in cui i due termini sono associati esplicitamente: essere tra la v. e la morte; è questione di v. o di morte; uniti per la v. e per la morte, per sempre, nelle vicende tristi o liete; passare da morte a v., da una condizione insopportabile a una migliore. in espressioni in cui il termine vita richiama necessariamente il suo contrario: mettere a rischio (o a repentaglio) la propria v. o la v. di un’altra persona o di altri, correre o far correre il rischio di morire; ben folle è quegli che a rischio de la v. onor si merca (parini); dare la v. (e ant. porre la v.) per la patria, morire per essa, in sua difesa: chi dirà de li deci e de li drusi, che puosero la loro v. per la patria? (dante); salvare la v. a qualcuno, scamparlo da morte; gli deve la v., è sfuggito alla morte per suo merito; gli costò la v.; ci rimise la v.; vendere cara la v., combattere accanitamente prima di soccombere; ottenere qualche cosa a prezzo della v.; ne va della v., o, meno com., la v. (per amor del cielo! non fate pettegolezzi, non fate schiamazzi: ne va ... ne va la vita!, manzoni); se vi è cara la v., formula deprecatoria o di minaccia: se vi è cara la v., non fate parola a nessuno di quanto è successo qui; o la borsa o la v.!, intimazione di rapinatori; pena la v., lo stesso (ma ormai poco com.) che sotto pena di morte; fare grazia della v., graziare un condannato a morte, o risparmiare la vita a persona che si aveva l’intenzione o si era in procinto di uccidere; pericolo di v., lo stesso che pericolo di morte. b. considerando la vita nel suo svolgersi e nella sua durata, il tempo in cui si vive: nel mezzo del cammin di nostra vita (dante), a trentacinque anni, valutando a settant’anni la durata media della vita; avere lunga v.; la v. è breve; non basterebbe la v. di un uomo per ... frequente la locuz. avv. a vita, per tutta la durata della vita, in frasi come essere nominato presidente, senatore a v. (o, con lo stesso sign., nel linguaggio burocr., v. natural durante), e l’espressione in vita mia, sua, ecc., spesso in frasi di tono enfatico: non ho mai visto una cosa simile in v. mia; non credo che abbia mai preso l’aereo in v. sua (o in tutta la sua vita). c. con riferimento alle varie età in cui la vita può dividersi: l’alba, il mattino della v., la fanciullezza; la primavera della v., la giovinezza; l’inverno della v., il tramonto della v., la vecchiaia; nell’uso ant., la v. nuova, l’età giovanile, la giovinezza: questi fu tal ne la sua v. nova virtualmente, ch’ogne abito destro fatto averebbe in lui mirabil prova (dante; vita nuova è inoltre il titolo di una breve opera giovanile in rime collegate da brani in prosa in cui dante ricostruisce la storia del suo amore per beatrice). d. con determinazioni varie, per specificare il modo con cui si vive in rapporto a speciali aspetti che la vita può assumere, a particolari ideali a cui può conformarsi, ecc.: v. di relazione, la vita dell’uomo in quanto si svolge in una società (per il sign. che l’espressione ha nel linguaggio naturalistico, v. relazione, n. 2 c); v. intellettiva, v. sensitiva, v. vegetativa, secondo la divisione aristotelica dell’anima (v. ai singoli aggettivi); v. civile, la condizione di chi, in quanto cittadino, gode dei diritti civili; v. pubblica, la condizione, e il modo di operare, di chi svolge attività politiche e amministrative (v. politica), o ha comunque incarichi pubblici; v. sociale, di rapporti sociali varî; v. privata (contrapp. a v. pubblica e v. sociale): ritirarsi a v. privata; come ministro è freddo e scostante, ma nella v. privata è cordiale e simpatico; fare v. mondana, o, al contr., una v. molto ritirata; v. individuale, ulteriormente determinabile negli aspetti sia professionali: v. lavorativa, v. produttiva; la v. militare (anche per indicare il servizio militare), la v. del soldato, la dura v. del marinaio, la monotona v. dell’impiegato; una v. di studioso, da certosino; fare la v. del poltrone, del beato porco, di michelaccio (da una nota frase proverbiale: v. michelaccio); sia in quelli fisici e fisiologici: fare una v. sana o poco sana, una v. sedentaria o dinamica, sportiva; avere una v. sessuale normale, intensa, ridotta; sia negli aspetti intellettuali e morali: v. intellettiva, psichica, interiore, e, con più specifico riferimento ai sentimenti, una v. intima, affettiva, sentimentale molto ricca; condurre una v. onesta, corretta, integerrima o disonesta, riprovevole, viziosa; vita bestial mi piacque e non umana (dante); di nazion nobile ma di cattiva v. (boccaccio); darsi alla mala v. (v. anche malavita); avere una doppia v. (v. doppio, n. 2 d); mutare o cambiare vita, per lo più nel sign. di ravvedersi: se non cambi v., vai a finire male; com. la frase prov. anno nuovo vita nuova!; in partic., fare la v., esercitare la prostituzione; ragazza, donna di vita, prostituta, e ragazzi di v. (espressione diffusa dal titolo del romanzo di p.p. pasolini, ragazzi di vita, del 1955), i giovani delle borgate romane che vivevano in condizioni di emarginazione, di subcultura e di degradazione morale e sessuale. con riferimento ad aspetti più o meno esteriori del vivere: una v. agitata, precaria, sicura, tranquilla; poca brigata, v. beata, prov.; fare vita di spiaggia, nelle vacanze al mare; all’organizzazione materiale del vivere e ai mezzi di cui si dispone: gran v.; v. comoda; v. da prìncipi, v. da signore; amare gli agi, i comodi della v.; passare la v. negli stenti, trascinare la vita; faticare tutto il giorno per campare la v.; v. povera, grama; una v. da cani; e assol., per indicare un modo di vivere particolarmente disagiato o faticoso: che vita!; ha fatto una v.!; al contrario, fare una bella v., vivere comodamente, senza preoccupazioni e senza fare fatica: cominciò a fare la più bella v. e la più magnifica che mai si facesse (boccaccio); fare la bella v. (anche, ma meno com., in forma graficamente unita la bellavita), vivere spensieratamente, da scioperato, e darsi alla bella v. (o alla bellavita), a una vita di piaceri e divertimenti (cfr. il fr. viveur e l’ital. vitaiolo); fare la dolce v., vivere in modo lussuoso e frivolo (v. dolce, n. 3 a); è chiamato dolce vita o dolcevita s. m., anche un tipo di maglione a collo alto e aderente (raram. detto, a sua volta, collo alla dolce vita). e. fig. l’esistenza, soprattutto come modo e durata, di un’istituzione o attività o impresa, o di un ente: la ditta, l’azienda festeggia il suo 50° anno di vita; un governo che avrà v. breve, o che ha avuto una v. difficile e travagliata; giornali, circoli culturali, centri artistici destinati ad avere v. effimera, o una v. breve. in partic., dare vita a un’istituzione, a un’iniziativa, ecc., crearla, organizzarla; dare, infondere vita a qualcosa, animare, movimentare.
3. usi e sign. specifici e tecnici: a. in biologia, v. latente, v. anabiosi. b. in statistica demografica e in matematica attuariale, v. media (o v. media alla nascita, o speranza media di v.), il numero medio di anni che un individuo di una certa popolazione, supposta in equilibrio demografico, deve aspettarsi di vivere (tale numero è dedotto, con opportuni calcoli, da tavole statistiche di sopravvivenza e mortalità); v. media residua, per un individuo di età x, il numero medio di anni che l’individuo di tale età deve aspettarsi di vivere ancora; v. mediana o v. probabile, il numero di anni che un individuo di età x potrà oltrepassare con il 50% di probabilità, equivalente al periodo di tempo che deve trascorrere perché i sopravvissuti di una data classe di età si riducano alla metà. in fisica, v. media di un nuclide radioattivo o di una particella instabile, il valore medio della distribuzione dei tempi di decadimento di un campione degli oggetti in questione. con sign. più generico e intuitivo, si parla anche di v. media di prodotti e manufatti varî: la v. media di un motore, di un frigorifero, di un televisore, di un telefonino, ecc., la loro durata media in condizioni di efficienza. c. in chiromanzia, linea della v., la piega cutanea ad arco che solca il palmo della mano partendo tra il pollice e l’indice e terminando a sinistra, in basso, verso il polso: indicherebbe vita lunga se ben marcata, vita breve se corta, mortale malattia se spezzata. d. in marina, vita!, voce di avvertimento di allontanarsi o spostarsi, rivolta a chi sta in un punto pericoloso a causa dell’esecuzione in atto di una manovra o operazione; v. di sotto!, quando in quel punto sta per arrivare qualcosa che si ammaina dall’alto o si lascia cadere. e. in economia, costo della v., la somma occorrente, per un determinato periodo di tempo, al mantenimento di un’unità familiare o, più raram., di un individuo: indici del costo della v., basati sul costo dei beni e dei servizî di maggiore consumo; aumento, diminuzione del costo della v., anche nell’uso corrente. f. in filosofia, v. attiva e v. contemplativa, contrapposizione già classica, ma affermatasi e precisatasi nel medioevo cristiano, tra due ideali di vita, il primo rivolto all’attività e alla prassi soprattutto etico-politica, il secondo alla scienza, e in età cristiana, alla contemplazione come anticipazione della beatitudine oltremondana. filosofia della v., corrente del primo novecento fondata sul predominio del processo della vita e delle sue leggi immanenti sulla ragione e sui valori trascendenti, e rappresentata da pensatori di varia provenienza speculativa (w. dilthey, m. de unamuno, j. ortega y gasset, ecc.). g. in diritto canonico, v. comune, la convivenza di membri del clero in una stessa casa, soprattutto come forma di attuazione del voto di povertà.
4. a. forza, capacità, impulso di vivere, come condizione e caratteristica individuale che può tradursi in particolare efficienza e operosità, o anche vivacità: nonostante i suoi ottant’anni è ancora piena di vita; ne ha di vita, quella donna; bambini, ragazzi pieni di vita. b. vitalità, intesa come forza universale, che anima il tutto: l’aria e il sole sono fonti di v.; te beata, gridai, per le felici aure pregne di vita (foscolo, rivolgendosi a firenze). c. fig. animazione, fermento, movimento vivace: è una città piena di v.; sono intervenuti alcuni giovani a dare un po’ di v. alla riunione; in partic., esistenza e frequentazione di ritrovi, divertimenti, ecc.: è una città di provincia, non ha v. notturna; c’è un po’ di v. studentesca e null’altro; «movida» è una parola spagnola che è oggi di moda per indicare la v. notturna. con riferimento a opere e realizzazioni letterarie, teatrali, cinematografiche e televisive, musicali, artistiche, dinamicità di svolgimento, vivacità espressiva: una commedia, una descrizione piena di v.; un racconto, un film monotono, senza v.; nella recitazione, o nell’esecuzione, di quel pezzo dovrebbe mettere un po’ più di v.; un dipinto, un monumento ricco di una sua v., o privo di v. e inerte.
5. con valore concr.: a. ciò che costituisce l’essenza, la ragione o l’interesse e il fine fondamentale della vita, che le dà valore e significato: la luce è la v. delle piante; l’aria è v.; lo sport, il lavoro è vita per lui; la poesia, la musica, lo studio, ecc., è la sua v.; quella donna è tutta la sua v.; vita mia!, espressione di affetto che si rivolge a persona amata; la fede è v. dell’anima; e con riferimento a cose inanimate: il credito è la v. del commercio; gli abbonati sono la v. del giornale. b. ogni singola persona in quanto dotata di vita: senza perdita di v. umane; talvolta come sinon. di anima: e già la v. di quel lume santo rivolta s’era al sol (dante), l’anima di carlo martello. c. il mondo umano, il complesso delle situazioni, dei rapporti, dei problemi relativi al vivere individuale, familiare e soprattutto sociale: avere, non avere ancora esperienza della v.; sei troppo giovane per conoscere la vita. d. quanto è necessario per vivere, con particolare riguardo al vitto: lavora tutto il giorno per guadagnarsi la v.; e se ’l mondo sapesse il cor ch’elli ebbe mendicando sua v. a frusto a frusto, assai lo loda, e più lo loderebbe (dante); con sign. più ampio: la v. si fa ogni giorno più cara.
6. a. con riferimento alla sopravvivenza dell’anima: passare ad altra v., a miglior v., morire; la seconda v., la v. futura, la v. eterna; quindi questa v., la v. terrena, la nostra v. (in contrapp. alla v. eterna); il libro della v., nel linguaggio biblico, il libro in cui sono segnate le anime che sono o saranno salve. b. con riferimento alla sopravvivenza del nome nella memoria dei posteri: e tu ne’ carmi avrai perenne vita sponda che arno saluta in suo cammino (foscolo).
7. come titolo di opere in cui si narrano le vicende, i casi di una vita: vita, morte e miracoli di s. antonio, o di altro santo, o anche di un personaggio (per un uso estens. dell’espressione, v. miracolo); le vite parallele, opera di plutarco; le v. dei padri (traduz. del lat. vitae patrum), raccolta latina di biografie per lo più leggendarie di padri della chiesa e santi, formatasi nel sec. 6°: le volgarizzazioni più autorevoli sono quelle di d. cavalca e di f. belcari; la v. scritta da esso, titolo dell’autobiografia di vittorio alfieri. di qui, per estens., biografia, opera biografica: scrivere una v. di g. leopardi, di papa giovanni xxiii; mentre i monaci mangiano, uno di loro legge le v. dei santi; una v. romanzata (v. romanzare).
8. a. la parte del corpo sopra i fianchi, in corrispondenza della cintura: afferrare qualcuno per la v.; portare una fascia intorno alla v.; punto di v. (frequente anche in forma ellittica, punto vita), il punto in cui è la vita rispetto all’altezza (avere il punto di v. alto, basso): in questo senso, con riferimento al corpo femminile, il dim. vitino (s. m.) e l’espressione vita (o vitino) di vespa, per indicare una vita molto sottile (v. vespa, n. 1 a). per estens., la parte corrispondente del vestito: le spalle vanno bene, ma vorrei la v. più stretta; la giacca è un po’ larga di v.; alzare, abbassare il punto v. (o di v.), in un vestito, collocare più in alto o più in basso il restringimento della cintura; v. alta, v. bassa, con riferimento alla posizione del punto vita in una gonna o nei pantaloni, o al punto di raccordo tra la gonna e la parte superiore di un abito intero: quest’anno va di moda la vita alta, o bassa. b. tutta la parte del corpo che va dai fianchi alle spalle, soprattutto nelle espressioni su colla vita! esortazione a tenere dritte le spalle e, in senso fig., a non avvilirsi (raram., con lo stesso sign., stare sulla v.: anche don abbondio prese una faccia più naturale, sprigionò alquanto la testa di tra le spalle ..., si mise a stare un po’ più sulla vita, manzoni); avere la v. corta, essere corto di v., avere il torace corto in proporzione al resto del corpo; andare, uscire, stare in v., o in bella v. (meno com. in bellavita), senza giacca o cappotto pesanti, quando è freddo. c. ant. il personale, il corpo umano nella sua complessione e nel suo aspetto esteriore: essendo egli bianco e biondo e leggiadro molto, e standogli ben la v. (boccaccio), avendo un bel personale. ◆ dim. vitina (anche nel sign., ormai ant., di copribusto), vitino s. m. (solo nel sign. 8 a; v. sopra); pegg. vitàccia, vita piena di disagi, di sacrifici e afflizioni: ha fatto una vitaccia, quella poveretta!; è una vitaccia da cani, la mia.
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Definizione di Hoepli
vita1
[vì-ta]
1. condizione propria degli organismi animali e vegetali, dotati delle funzioni attinenti alla loro conservazione, sviluppo e riproduzione, e capaci di stabilire relazioni con l'ambiente e con gli altri organismi: un ambiente adatto alla v. dell'uomo, degli animali, delle piante
|| dare alla vita, procreare, generare
|| dare la vita a qualcuno, generarlo
|| dare la vita per qualcuno, per qualcosa, sacrificarsi, morire per amore suo
|| dovere la vita a qualcuno, essere sfuggiti alla morte per merito suo
|| essere in fin di vita, essere tra la vita e la morte, essere sul punto di morire
|| essere in vita, vivere
|| mettere a rischio, a repentaglio la vita, andarne della vita, rischiare di morire
|| non dare segni di vita, sembrare come morto; estens. di meccanismo, apparecchio e sim., essere fuori uso: questo telefono non dà segni di v.
|| o la borsa o la vita, tradizionale minaccia dei rapinatori
|| ottenere qualcosa a prezzo della vita, a costo di morire
|| pena la vita, con minaccia di morte
|| perdere la vita, morire
|| restare, rimanere in vita, sopravvivere
|| ridare, restituire, rendere la vita a qualcuno, far tornare in vita qualcuno; fig. liberarlo da una condizione tormentosa, tragica, opprimente
|| salvare la vita a qualcuno, salvarlo dalla morte
|| togliere la vita a qualcuno, ucciderlo
|| togliersi la vita, suicidarsi
|| vendere cara la vita, difendersi tenacemente prima di soccombere
|| venire alla vita, nascere
|| fig. dar vita a qualcosa, creare, inventare, produrre qualcosa
|| questione di vita o di morte, di capitale importanza
|| uniti per la vita e per la morte, uniti eternamente negli eventi tristi e lieti
2. corso, ciclo di durata della vita: la v. delle generazioni passate era molto più breve; la v. di una specie animale, vegetale; ti amerò per tutta la v.
|| estens. la durata di un fenomeno: è una moda che ha avuto v. breve
|| a vita, per tutta la durata della vita: presidente, senatore a v.
|| carcere a vita, ergastolo
|| la primavera della vita, la giovinezza
|| il tramonto, l'autunno della vita, la vecchiaia
|| vita natural durante, per tutta la vita
3. modo di condurre l'esistenza quotidiana: avere, condurre, menare, vivere una v. modesta, dispendiosa, ritirata, mondana, felice, triste; la v. convulsa delle metropoli moderne; una v. tranquilla; una v. molto movimentata; una v. di sacrificio; v. attiva; v. contemplativa; la v. dell'operaio, dell'ingegnere; una v. onesta, disonesta, virtuosa, integra, viziosa, immorale, operosa, oziosa, corrotta
|| avere una doppia vita, condurre una vita disonesta o perversa, che contraddice l'immagine rispettabile mostrata in pubblico
|| cambiare vita, redimersi
|| darsi alla mala vita, ass. alla vita, condurre un'esistenza da fuorilegge
|| donna di mala vita, ass. di vita, prostituta
|| fare la bella vita, essere dedito alla vita mondana e ai piaceri di società
|| fare la dolce vita, vivere in modo spensierato, ozioso e privo di principi morali
|| gran vita, vita da signore, da nababbo, da principe, da re, vissuta negli agi e nella ricchezza
|| rendere la vita difficile a qualcuno, intralciarlo, ostacolarlo nei suoi progetti, nella sua attività
|| vita di stenti, grama, da cani, piena di privazioni e di disagi
|| gerg., eufem. fare la vita, essere dedito alla prostituzione
|| ragazzi di vita, giovani, spec. appartenenti a classi sociali molto povere, che conducono una vita violenta ai margini della società, praticando spesso la prostituzione
4. aspetto specifico dell'esistenza individuale o collettiva, sotto il profilo biologico, psicologico, sociale ecc., a seconda del contesto: v. intellettiva, sensitiva, vegetativa; v. pubblica, privata, civile, associata, di relazione; la v. militare
|| Parte dell'esistenza considerata sotto uno dei suoi aspetti: ha una ricca v. spirituale; una sfrenata v. sessuale
|| vita affettiva, il complesso delle esperienze e delle manifestazioni che riguardano la sfera degli affetti
|| vita lavorativa, il complesso delle attività e delle relazioni che caratterizzano l'esperienza di lavoro; la durata di tale esperienza
|| vita sociale, il complesso di relazioni personali che ciascuno intrattiene con i suoi simili
5. estens. esperienza del mondo, partecipazione alle cose umane: non conosce ancora bene la v.; è difficile affrontare la v. da soli
6. estens. ciò che consente e assicura la sopravvivenza: l'ossigeno è la v. degli esseri viventi; l'acqua è la v. per i pesci; lavora tutto il giorno per guadagnarsi la v.
|| il costo della vita, dei beni materiali necessari per vivere
7. estens. l'insieme delle attività di un ente, di un'associazione, di un'istituzione: la v. di un sindacato
|| Durata di tali attività: il partito ebbe v. breve
8. estens., lett. singola persona: molte giovani vite sono perite nell'incidente; senza perdita di vite umane; la guerra è costata molte vite
9. fig. vitalità, vivacità: una ragazza piena di v.
|| Espressività, arguzia: un racconto privo di v.; una commedia piena di v.
|| Animazione, fermento: una città, una piazza, una strada piena di v.
|| una conversazione senza vita, monotona, poco interessante
10. fig. ciò che dà valore e significato all'esistenza umana: lo studio è tutta la sua v.; la musica per me è la v.; quel figlio era la sua v.
11. fig. la sopravvivenza dell'anima dopo la morte: passare ad altra v.; la v. eterna; la v. ultraterrena
|| eufem. passare a miglior vita, morire
12. fig., lett. fama, notorietà
|| aver vita nella memoria dei posteri, essere da loro ricordato
13. iperb., fam. tempo molto lungo, percepito come interminabile: un'attesa che è durata una v.; ci vuole una v. per arrivare laggiù
14. filos filosofia della vita, corrente filosofica, affermatasi alla fine del xix sec., che contrapponeva ai metodi e ai valori del positivismo e delle filosofie razionalistiche l'intuito, l'istinto, la volontà individuale e lo slancio vitale
SIN. vitalismo
15. econ, ecol qualità dela vita, il complesso delle condizioni materiali, economiche, ambientali, culturali, morali che caratterizzano la vita di un individuo o di una collettività, in relazione al livello di benessere e appagamento che esse sono in grado di garantire a ciascuno
16. letter biografia, opera narrativa o di ricerca storica in cui si narrano le vicende dell'esistenza di personaggi celebri: le vite dei santi; la v. di dante
17. stat speranza di vita, previsione, su base statistica, del numero di anni che una persona o una popolazione di una determinata età ha ancora da vivere
|| vita media, durata media della vita degli individui in un tempo e in un luogo determinato
‖ pegg. ⇨ vitàccia
vita2
[vì-ta] s.f.
1. parte incavata del corpo umano, situata immediatamente sopra i fianchi, in corrispondenza della cintura: afferrare qualcuno per la v.; portare una fascia attorno alla v.
|| avere una vita di vespa, avere una vita molto sottile
2. estens. parte di un abito in corrispondenza della vita: un abito a v. stretta, lunga, bassa, alta
|| abbassare, alzare il punto di vita, in un abito, spostare più in alto o in basso il restringimento della cintura
3. estens. parte del corpo compresa fra le spalle e i fianchi; busto, torace: avere la v. corta; essere corto di v.
|| su con la vita!, esortazione a mantenere una posizione eretta con le spalle; fig. esortazione a non avvilirsi, a non abbattersi
|| fig. uscire in bella vita, senza giacca o cappotto quando fa freddo
4. ant. complessione del corpo umano
‖ dim. ⇨ vitìna; vitìno m.
|| accr. vitóna; vitóne m.
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Etimologia
← lat. vīta(m), dalla stessa radice di vivĕre ‘vivere’.
Termini vicini
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