Il lemma visto
Definizioni
Definizione di Treccani
visto
agg. e s. m. – È il part. pass. di vedere, più com. e più pop. della forma veduto (v.).
1. con valore di participio: quasi in un tratto vista, amata e tolta dal fero pluto, proserpina pare (poliziano); vista e gradita, clausola con cui, nelle negoziazioni mercantili, il venditore s’intende esonerato da ogni responsabilità per la qualità della merce, giacché il compratore afferma di averla vista o di considerarla come vista e accettata. in costruzioni assol., nelle quali equivale a «avendo visto, avendo considerato» o «dal momento che, tenuto conto che»: viste le difficoltà dell’impresa, proporrei di rinunciarvi; il giovane, vista la mala parata, se la diede a gambe; visto che tutti tacciono, parlerò io. accompagnato da un compl. che determina le modalità del vedere, o il punto di vista: v. di scorcio, di profilo, di tre quarti; v. dall’alto, dal basso. in usi fig., per indicare un particolare modo di giudicare o di valutare: l’articolo traccia un profilo del ministro, com’è visto dai suoi avversarî politici; visto da vicino, modo di annunciare, anche come titolo di articoli o di profili biografici, giudizî complessivi su personaggi (meno spesso su fatti e situazioni) conosciuti, esaminati, valutati e rappresentati direttamente, nella loro realtà e verità; una situazione sociale vista da destra e (vista) da sinistra, esaminata e valutata da opposti schieramenti politici; la locuz. visto da destra e visto da sinistra è frequente anche nell’uso com. per indicare, per lo più con una sottolineatura iron., due modi opposti di giudicare o di interpretare uno stesso fatto, una medesima situazione.
2. agg. ben visto, tenuto in considerazione, considerato con simpatia (è un giovane ben visto da tutti; nell’ufficio è molto ben visto), e al contrario mal visto (anche in una parola sola, benvisto e malvisto); cosa mai vista, nuova, singolare, meravigliosa: una ragazza di una bellezza mai vista, mai più vista, non più vista; l’abito eletto, e mai non visto altrove (petrarca); oh lui beato che primo può di non più viste forme tabacchiera mostrar! (parini). con uso assol. ed ellittico, e con valore neutro, già visto, espressione (modellata su quella francese déjà-vu) con cui si sottolinea, negativamente, che una cosa è già stata detta o fatta ed è già nota e scontata, non è nuova né originale (per il valore partic. che l’espressione già visto, come variante di già vissuto, ha in psicologia, v. la corrispondente e più com. espressione fr. déjà-vu).
3. s. m. seguìto dalla firma, e accompagnato se occorre da opportuna formula (per es. visto, si stampi, o visto per le stampe, in bozze che si licenziano per la stampa), il part. pass. visto serve a indicare che la persona che firma ha preso visione di quanto è contenuto in un documento o in altra scrittura, ne è a conoscenza, l’approva. di qui l’uso del termine come s. m., per indicare l’atto e le modalità concrete (apposizione di un’annotazione, di un timbro e della firma del responsabile) con cui un’autorità amministrativa esercita la sua funzione di controllo preventivo e di convalida su un altro atto dell’amministrazione: inviare un atto (un decreto presidenziale, ministeriale, ecc.) al v. della corte dei conti; per pubblicare una legge o un decreto sulla «gazzetta ufficiale» è necessario il v. del ministro guardasigilli; visto sui passaporti, l’atto con cui uno stato riconosce una determinata validità nel proprio territorio al passaporto di cittadini stranieri: chiedere, ottenere il v.; concedere, negare o rifiutare il v.; apporre il visto.
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Definizione di Hoepli
visto
[vì-sto]
(part. pass. di vedére)
a agg.
1. percepito attraverso il senso della vista
|| ben visto, mal visto, considerato bene, male; gradito, sgradito: suo marito è mal v. da tutti
|| mai visto, nuovo, straordinario: un'interpretazione mai vista; è di una bellezza mai vista
|| visto e rivisto, banale, scontato: uno spettacolo v. e rivisto
2. nella loc. cong. visto che, dato che, considerato che, giacché, poiché: v. che lo desiderate, lo faremo
b s.m.
bur atto con il quale un'autorità verifica e approva l'atto di un'altra autorità di grado inferiore
|| estens. firma, sigla che attesta tale atto: apporre il v. al, sul documento; il certificato non è valido senza il v. del sindaco; il consolato non ha ancora messo il v. al passaporto; occorre un v. del direttore; un documento pieno di visti
|| visto consolare, ass. visto, con il quale il console di uno stato attribuisce al passaporto di uno straniero una determinata validità relativa al territorio del proprio stato: concedere il v. di ingresso, di transito
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Definizione di Garzanti linguistica
visto
[vì-sto]
di vedere
♦ agg.
f. -a; pl.m. -i, f. -e
nei significati del verbo
♦ n.m.
pl. -i
formula, sigla con cui si attesta di avere letto un documento, un atto e di averlo approvato: apporre il visto; inviare una pratica al visto del direttore, inviarla al direttore perché apponga il visto |visto (consolare, di entrata, di uscita), quello col quale l’autorità competente di uno stato, in mancanza di accordi diversi, riconosce validità a un passaporto straniero, consentendo al titolare di entrare nel proprio territorio o di uscirne: chiedere il visto per la Cina.
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Termini vicini
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