Il lemma èrba
Definizioni
Definizione di Treccani
èrba
s. f. [lat. hĕrba]. –
1. a. nome generico di ogni pianta bassa che, nella parte aerea, abbia consistenza molle e non faccia fusto legnoso; le erbe, dette anche, in botanica, piante erbacee, sono per lo più annuali, ma possono essere biennali o perenni, se la parte sotterranea è persistente e sviluppa ogni anno i germogli aerei erbacei. b. nel linguaggio com.: e. aromatiche, piante erbacee odorose (salvia, prezzemolo, sedano, basilico, ecc.), adoperate come aromi in cucina; e. fini, traduz. poco com. del fr. fines herbes (v.); erbe da pascolo, le piante erbacee usate come foraggio (erba medica, trifoglio rosso, ecc.); mal’erba o malerba, qualsiasi erba inutile o nociva al seminato (anche in senso fig.: v. malerba); un filo d’e., lo stelo, spec. in frasi iperboliche: non c’è, non vi cresce un filo d’e., con riferimento a terreno arido, sterile; essere in e., anche d’altre piante quando sono appena germogliate e tutte verdi: il grano è ancora in e.; fagioli in e., più com. fagiolini; fig., dottore, avvocato, pittore in e., chi aspira o s’avvia a divenirlo o sta compiendo gli studî; mangiarsi il grano in e., spendere il guadagno che si spera da un lavoro prima ancora d’averlo fatto. c. altri usi fig.: far d’ogni e. (un) fascio, mettere insieme confusamente cose che vanno tenute distinte, mescolare il buono col cattivo, spec. nel giudicare o nel modo di trattare persone e cose; scherz., dare l’e. trastulla, nutrire di lusinghe, di promesse vane. prov.: l’e. voglio non cresce neanche nel giardino del re, ai ragazzi, e anche agli adulti, quando chiedono qualcosa adoperando il verbo «voglio»; la pazienza è una buon’e. ma non cresce in tutti gli orti, non tutti cioè riescono ad avere questa virtù.
2. a. con sign. collettivo, il complesso delle piante erbacee che si sviluppano in aree di terreno, dette perciò erbose, e il terreno stesso che ne è coperto: l’e. verde dei prati; sdraiarsi sull’e.; tagliare, falciare, pareggiare l’e.; fare erba, falciarla per dar da mangiare al bestiame; non ci cresce più e., di campagne devastate; e parlando di luoghi trascurati, abbandonati: vi cresce l’erba. b. nell’uso region., erbe, erbaggi, verdura: piazza delle e., nome in varie località del mercato di frutta e verdura; meno com. un piatto d’erbe; anche al sing., nel prov. e. cruda, fave cotte, si sta mal tutta la notte.
3. in farmacologia, nome generico di droga fornita da una pianta erbacea. nel gergo dei trafficanti e dei consumatori di sostanze stupefacenti, indica in partic. la marijuana (per traduz. dell’ingl. grass).
4. erba liquida, liquido che si ottiene torchiando erbe foraggere fresche e viene somministrato agli animali, particolarm. ai non ruminanti, perché privo di cellulosa e ricco di clorofilla fresca, o si impasta con i mangimi dei suini e del pollame; viene anche filtrato, essiccato e ridotto in polvere per gli animali.
5. a. in funzione di agg. invar., verde erba, il colore verde tipico dell’erba fresca. b. in funzione appositiva, punto erba (o punto stelo), punto semplice di ricamo in cui il filo, lavorando da destra verso sinistra, si riporta un po’ indietro rispetto al punto d’uscita; serve a tracciare contorni lungo una linea continua. ◆ dim. erbétta, spec. in senso collettivo, di solito senza valore diminutivo: sulla molle erbetta; ambo le mani in su l’erbetta sparte soavemente ’l mio maestro pose (dante); in qualche luogo dell’italia centr., erbetta o erbette, il prezzemolo o l’insieme di erbe odorose che si usano per condimento; erbùccia, quasi esclusivam. al plur., erbucce, erbe da mangiare; meno com., erbina, erbicina, erbicciòla, erbolina, erbuccina; pegg. erbàccia, erba inutile, nociva al seminato: un campo pieno d’erbacce; strappare, sradicare le erbacce (anche con valore collettivo: un orto abbandonato, pieno di erbaccia).
botanica. – seguita da qualche determinazione, la parola erba è usata per denominare particolari specie di piante per lo più erbacee, delle quali si elencano qui, nell’ordine alfabetico, alcune, in cui il secondo elemento non può facilmente disgiungersi dalla parola erba (in altri casi, in cui il secondo elemento ha, nell’uso, una qualche autonomia, si rinvia senz’altro ad esso; così e. betonica, e. fienarola, e. medica, ecc. saranno da ricercare alle voci betonica, fienarola, medica, ecc.). e. acetina, la fumaria; e. aglina, la cicuta minore; e. aglio, lo scordio; e. altissima, l’avena altissima; e. amara, la balsamite; e. astrologa, erba delle aristolochiacee (aristolochia rotunda), comune in italia nei campi erbosi e nelle vigne, con tubero rotondo, velenoso come le altre parti, usato nella medicina popolare come emmenagogo e antigottoso; e. benedetta, la cariofillata; e. bozzolina, nome toscano di diverse erbe e in partic. della bambagiona; e. bruca, nome di due piccole erbe delle leguminose papiglionacee (scorpiurus muricatus e s. vermiculatus), comuni nei campi e pascoli, con legume simile a un bruco peloso; e. brusca, l’acetosa; e. cannella, la sedanina d’acqua; e. cappona, il cestro; e. cedrata, la melissa; e. cicutaria, pianta annua o perenne delle geraniacee (erodium cicutarium), con fusto prostrato o brevissimo, fiori rosei in false ombrelle su peduncolo lungo fino a 10 cm, comune, in molte varietà, nei luoghi erbosi e ghiaiosi del mondo antico; e. cinicina, altro nome della cicuta rossa (geranium robertianum) e del coriandolo comune (coriandrum sativum); e. cipressina, erba perenne, stolonifera, delle euforbiacee (euphorbia cyparissias), alta circa 50 cm, con foglie fitte, lineari, strettissime e fiori in ombrella, che cresce nei luoghi erbosi e aridi dell’europa merid. ed è comunem. usata come purgativa ed emetica; e. cornacchia, l’erisimo (erysimum officinale, oggi ascritto al genere sisymbrium: v. sisimbrio); e. cornetta, nome di due specie di piante, il dondolino e lo sprone di cavaliere; e. còrsa (o anche gnidio, dittinella), arbusto sempreverde (daphne gnidium) diffuso nella macchia mediterranea, con foglie allungate, fiori bianchi in piccole infiorescenze terminali, frutto a bacca, gialliccio, di sapore acre, usato per sofisticare il pepe; e. croce, erba perenne delle rubiacee (cruciata laevipes), comune nelle siepi d’europa e asia occid., distinta per le foglie larghe, verticillate apparentemente a quattro (donde il nome), usata popolarmente quale astringente e vulnerario; e. crocciòla, l’uva di volpe; e. crociona, l’erisimo; e. da calli, altro nome dell’erba fava (v. più avanti); e. da emorroidi, il favagello; e. da gatti, il maro; e. da porri, la celidonia; e. da spazzola, graminacea perenne (chrysopogon gryllus), alta un metro, con radici grosse, tenaci, usate per fare spazzole grossolane, da lavandaie; e. dei gatti, nome dato regionalmente a piante diverse che eccitano i gatti, come l’erba gattaia, il maro, la valeriana; e. della madonna, altro nome sia dello spino giallo, sia della balsamite; e. di s. giacomo, erba bienne o perenne delle composite tubuliflore (senecio jacobaea), alta fino a un metro, con foglie ragnatelose, capolini disposti in corimbo, con ligule gialle, che cresce nei prati aridi; e. di s. giovanni, altro nome sia dell’iperico, sia dell’erba fava; e. di s. pietro, o e. divina, la balsamite; e. dorata, la cedracca; e. fava, o fava grossa o anche e. da calli, pianta perenne delle crassulacee (sedum telephium) coltivata nei giardini, alta circa 50 cm, con foglie carnose, simili a quelle della fava, fiori bianchi o porporini in corimbi densi, che vive nei luoghi sassosi, muri e rupi dell’eurasia (è anche sinon. di favagello); e. fragolina, la sanicola; e. gallina, il centonchio; e. gamberaia, nome di alcune piante callitricacee; e. gialla (o giallina), la guada; e. ginestrina, i vecciarini; e. grassa, nome di piante diverse e particolarm. della porcellana, della beccabunga e di alcune specie del genere sedum (v. sedo); e. gratta, erba acquatica del genere naiade, con fusto e foglie muniti di aculei, comune nelle risaie; e. lanaria, la saponaria (gypsophila arrostii); e. laurina, la laureola; e. limona, il lemon grass; e. livia, l’achillea odorosa o moscata; e. lucciola, nome delle varie specie del genere luzula e anche di altre erbe (carex glauca e c. muricata, ophioglossum vulgatum, ecc.); e. luisa (o luigia), la cedrina; e. mora, nome che nelle varie regioni indica piante molto diverse come la bugola, l’erba morella, la salvia dei prati; e. paris, l’uva di volpe; e. pennina, nome di piante diverse (millefoglio, tanaceto e altre); e. pepe, la mostardina; e. peperina (o pepina), la filipendola; e. pesce, erba acquatica galleggiante (salvinia natans) che si trova nelle zone temperate dell’europa e dell’asia, ma è rara in italia; e. pignola, nome tosc. di alcune specie di piante del genere sedum, dette anche erba grassa; e. puzzolona, la vulvaria; e. rena, l’imperatoria; e. renella, il baccaro (asarum europaeum): v. asaro; e. roberta, la cicuta rossa; e. rota, erba perenne delle composite tubuliflore (achillea herba-rota), che cresce nelle alpi occid., alta pochi centimetri, con foglie spatolate, dentate alla sommità; e. santa, la balsamite; e. santa barbara (o barbarea), erba bienne o perenne delle crocifere (barbarea vulgaris), comune nei luoghi umidi, boschi, ecc., di quasi tutto il mondo, alta circa 50 cm, con foglie a lira e fiori gialli (in certe località si mangia in insalata come il crescione); e. santa maria, la balsamite; e. sega, il marrubio acquatico; e. stella, nome di due piante, l’alchimilla (alchemilla vulgaris) e la barba di cappuccino (plantago coronopus); e. storna, erba annua delle crocifere (thlaspi arvense), frequente nei luoghi coltivati ed erbosi dell’emisfero boreale, che, stropicciata, emana un forte odore di aglio, e si usa in cataplasmi contro i reumi e le ischialgie; e. strega, erba perenne delle labiate (stachys palustris), che cresce lungo i corsi d’acqua e negli acquitrini dell’emisfero boreale (è anche sinon. di licopodio); e. sudanese (o sorgo gentile), graminacea annua (sorghum bicolor) originaria dell’africa e coltivata per foraggio in molti paesi caldi, con fusto alto fino a 3 m, foglie larghe e pannocchia espansa; e. ventaglina, altro nome dell’alchimilla; e. vescica, nome di varie specie del genere utricularia, acquatiche, con caratteristici ascidî in forma di piccole vesciche.
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Treccani...
Definizione di Hoepli
erba
[èr-ba]
a s.f.
1. pianta con fusto molle e non legnoso, generalm. piuttosto bassa: e. spontanea; e. coltivata
|| bot come primo termine di denominazioni botaniche indica varietà di piante erbacee: e. cipollina; e. luigia; e. medica
|| erba annua, annuale, che vive un solo anno
|| erba perenne, che vive più anni
2. ass. pianta erbacea che la terra produce spontaneamente, senza coltura
|| mal erba, malerba
|| un filo d'erba, uno stelo
|| fig. fare di ogni erba un fascio, mescolare senza criteri cose utili e nocive
|| non essere erba del proprio orto, di concetto che non proviene in modo autonomo da chi lo espone
|| sentir crescere, spuntare l'erba, di silenzio assoluto
3. complesso delle piante erbacee che crescono in un terreno; prato: sdraiarsi sull'e.; colazione sull'e.
|| crescerci l'erba, di luogo abbandonato, deserto
|| fare l'erba, falciarla, tagliarla
|| non crescerci più erba, l'erba, un filo d'erba, di luogo devastato
4. gerg. marijuana
5. al pl. verdure, erbaggi commestibili: un piatto di erbe; brodo di erbe
|| erbe officinali, usate in erboristeria
|| erbe aromatiche, usate per aromatizzare le vivande
6. nella loc. in erba, di pianta, anche non erbacea, appena nata: il grano è ancora in e.; fig. di chi deve ancora formarsi, perfezionarsi in un'attività, in un mestiere e sim.: uno scrittore in e.; pittore in e.
b come agg. (posposto a un s.)
1. color erba: una gemma verde e.
2. punto erba, punto di ricamo usato spec. per ricamare steli
|| PROV. campa cavallo che l'è. cresce, riferito a cose attuabili solo in un futuro assai lontano, e perciò improbabili
|| PROV. la mala è. non muore mai, i cattivi sembrano vivere più a lungo dei buoni
|| PROV. l'e. voglio non cresce neanche nel giardino del re, detto come risposta a un desiderio, spec. infantile e irragionevole, espresso con ostinazione
|| PROV. l'è. del vicino è sempre più verde, ciò che non abbiamo attira il nostro desiderio e la nostra invidia
‖ dim. ⇨ erbétta; erbìna; erbicìna; erbolìna; erbettìna; erbicciuòla; ⇨ erbùccia; erbuccìna
|| pegg. ⇨ erbàccia
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Definizione di Garzanti linguistica
erba
[èr-ba]
pl. -e
1. ogni pianta bassa il cui fusto rimane verde e tenero, senza diventare legnoso |un filo d’erba, uno stelo: non c’è, non vi cresce un filo d’erba, si dice con riferimento a un terreno arido, incolto | (prov.) l’erba voglio non cresce neppure nel giardino del re, non si può sempre avere quello che si vuole; l’erba del vicino è sempre più verde, ciò che gli altri possiedono, anche se non vale più di quello che abbiamo noi, suscita facilmente la nostra invidia dim. erbetta, erbuccia, pegg. erbaccia
2. l’insieme delle piante erbacee che, prodotte dalla terra senza che vengano coltivate, ricoprono un terreno; il terreno stesso che ne è ricoperto: erba rada, folta; sdraiarsi sull’erba |far l’erba, falciarla |mettere, tenere a erba, tenere (un terreno) a pascolo
3. (spec. pl.) verdura, erbaggio |piazza delle erbe, piazza del mercato ortofrutticolo | erba medicinale: curarsi con le erbe
4. seguito da determinazioni di vario genere, indica particolari piante erbacee
5. (di origine gergale) marijuana
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Etimologia
← lat. hĕrba(m); la loc. ‘erba medica’, perché originaria della media.
Termini vicini
erasmiano eràrio erariale eradicare eraclitèo eracliano eracleènse èra equòreo èquo equìvoco equivocità equivocare equivalére equivalènza equivalènte equitazióne equitativo equità equìsono equisonanza equisèto equipotenziale equipotènte equipollènza equipollènte équipe equipartizióne equiparare equipàggio erbàceo erbàggio erbàio erbaiòlo erbale erbàrio erbàtico erbato erbatura erbicida èrbio erbivéndolo erbìvoro erbolato erborare erborinato erborista erboristerìa erborìstico erboriżżare erboriżżatóre erboriżżazióne erbóso erciniano ercogamìa èrcole ercolino ercùleo èrebo erède