Il lemma giustizia
Definizioni
Definizione di Treccani
giustìzia
s. f. [dal lat. iustitia, der. di iustus «giusto»]. –
1. a. virtù eminentemente sociale che consiste nella volontà di riconoscere e rispettare i diritti altrui attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto secondo la ragione e la legge: uomo di grande g.; giudicare, premiare, punire, governare con g.; trattare tutti con g.; molti han g. in cuore, e tardi scocca per non venir sanza consiglio a l’arco (dante). secondo la chiesa, una delle virtù cardinali, per la quale si riconosce e si opera il bene, posseduta in sommo e perfetto grado da dio di cui costituisce uno degli attributi: giustizia mosse il mio alto fattore (dante); la g. divina, dio stesso, in quanto giudica l’operato degli uomini e sulla base di questo li premia o punisce; talora l’idea della punizione è prevalente: temere la g. di dio. b. in senso assoluto e più oggettivo, il riconoscimento e il rispetto dei diritti altrui, sia come consapevolezza sia come prassi dell’uomo singolo e delle istituzioni: norme, principì di g.; è legge di g.; regno, stato, società fondati sulla g.; avere una nozione esatta, imperfetta, limitata della g.; amare, praticare la g.; procedere, agire secondo g.; fare un atto di g.; operare contro la g.; violare, calpestare la g.; a questo mondo c’è g., finalmente! (manzoni). g. sociale, fine assegnato alla politica sociale ed economica da diversi indirizzi teorici e concreti, ma inteso variamente, ponendosi l’accento ora sull’equa partecipazione di tutti i cittadini alla ripartizione del prodotto nazionale, ora sulla libera esplicazione della personalità umana; g. distributiva, principio e abito morale per cui si assegna a ciascuno in proporzione al merito, senza limitazioni o parzialità; g. commutativa, criterio in base al quale si è obbligati a rendere l’equivalente di ciò che si riceve; g. tributaria, lo stesso che perequazione tributaria. c. di atto o comportamento, l’essere conforme a un diritto naturale o positivo: g. di una decisione, di una sentenza, di un decreto, di un provvedimento.
2. a. il potere di realizzare il diritto con provvedimenti aventi forza esecutiva, e l’esercizio di questo potere: amministrare la g.; ministero della g. (in italia, già denominato ministero di grazia e g. fino al 2001; dal 1919 al 1932, ministero della g. e affari del culto); palazzo di g.; lasciare libero corso alla g.; intralciare la g.; asservire, vendere, prostituire la g.; g. civile, g. penale; g. amministrativa; g. militare. per le due magistrature medievali del capitano di g. e del gonfaloniere di g., v. capitano e gonfaloniere. b. concr. l’autorità a cui tale potere è affidato, la magistratura: ricorrere alla g.; essere deferito alla g.; se ne occupa la g.; per estens., gli esecutori della potestà giudiziaria, le guardie e sim.: cadere in mano alla g.; fuggire dalle mani della g.; consegnare alla g.; essere ricercato dalla giustizia.
3. a. attuazione concreta della giustizia in casi determinati; atto di giustizia: chiedere, impetrare, ottenere, negare g.; rendere (o fare) g. a uno, far valere i suoi diritti contestati, imponendo la riparazione di un torto da lui subìto o attribuendogli ciò che gli spetta; con sign. attenuato, riconoscere le ragioni di uno, apprezzarne giustamente le qualità e i meriti: ti debbo rendere g., il torto è tutto suo; è sempre stato un galantuomo: questa g. gli va resa; rendere g. al merito, riconoscerlo; farsi g. da sé, stabilire da sé un proprio diritto, vendicarsi di un’offesa ricevuta; fare g. sommaria, punire o mettere a morte un colpevole (o ritenuto tale) senza regolare processo. b. sentenza di condanna, pena, supplizio capitale: fare g., condannare, fare eseguire la pena, giustiziare: è stata fatta g.; il luogo della g., il patibolo; l’esecutore della g., il boia.
4. con iniziale maiuscola, la giustizia, personificazione e simbolo della giustizia (soprattutto nel sign. 2 a), che nell’iconografia tradizionale è rappresentata come una donna dalla figura maestosa, con gli attributi della spada e della bilancia; di qui le espressioni le bilance, la spada della g.; il tempio, il santuario della g., il tribunale.
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Treccani...
Definizione di Hoepli
giustizia
[giu-stì-zia]
ant. iustizia
1. virtù morale che consiste nel rispettare i diritti altrui e nel riconoscere a ciascuno ciò che gli spetta: governare, amministrare, giudicare con g.
|| uomo di giustizia, chi agisce secondo i princìpi della giustizia
|| fig. calpestare la giustizia, agire senza rispettarne i princìpi
2. attuazione concreta di un principio o di un provvedimento giusto: hanno compiuto un atto di g.; gli è stata negata g.
|| farsi giustizia da sé, vendicarsi
|| la giustizia divina, il potere supremo di dio che giudica, premia e punisce
|| rendere, fare giustizia a qualcuno, riparare i torti da lui subiti riconoscerne i meriti
3. potere istituzionale a cui è demandata l'applicazione della legge, magistratura: g. civile, penale; assicurare qualcuno alla g.
|| L'autorità demandata a esercitare il potere giudiziario: lascia che se ne occupi la g.; avere a che fare con la g.
|| Gli esecutori della potestà giudiziaria: è fuggito dalle mani della g.
|| ministero di grazia e giustizia, ministero che si occupa della pubblicazione e archiviazione delle leggi, dell'organizzazione e del funzionamento dei servizi relativi alla giustizia, e di altre funzioni
|| palazzo di giustizia, edificio in cui hanno sede gli uffici giudiziari
4. estens. equità, equilibrio nel riconoscere a ciascuno quanto gli è dovuto: g. fiscale, tributaria
|| giustizia distributiva, che dà a ciascuno secondo il merito
|| giustizia sociale, che garantisce l'uguaglianza dei diritti e dei doveri di tutti i cittadini e la ripartizione equa dei beni economici
|| fig. rendere giustizia, riconoscere o mostrare obiettivamente i meriti di qualcuno o qualcosa: questa foto non ti rende g.
5. estens. situazione sociale in cui vengono rispettati i principi dell'equità e della corretta applicazione delle leggi
|| combattere per la giustizia, perché sia rispettata
6. estens. pena o punizione e relativa esecuzione: g. è fatta
|| esecutore della giustizia, boia
|| fare giustizia sommaria, punire, uccidere senza regolare processo
|| luogo della giustizia, patibolo
7. teol secondo la dottrina cristiana, una delle quattro virtù cardinali, posseduta da dio in sommo grado
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Definizione di Garzanti linguistica
giustizia
[giu-stì-zia]
pl. -e
1. valore etico-sociale in base al quale si riconoscono e si rispettano i diritti altrui come si vuole che siano riconosciuti e rispettati i propri: trattare, giudicare con giustizia; operare, amministrare secondo giustizia
2. situazione conforme al giusto, specie in relazione ai rapporti che intercorrono tra le istituzioni e la collettività, tra le istituzioni e il singolo e, nell’ambito della collettività, tra i singoli individui: combattere per la giustizia, perché si affermi, perché sia rispettata |fare, rendere giustizia a qualcuno, riconoscergli ciò che gli spetta per diritto, come riparazione di torti o danni subiti, o come corrispettivo di ciò che gli è dovuto; anche, riconoscergli la validità, i meriti, le ragioni di un atteggiamento |chiedere, ottenere giustizia, il ristabilimento di un diritto calpestato o la punizione di un torto subito |farsi giustizia (da sé), punire qualcuno vendicandosi di un torto subito, senza ricorrere all’autorità costituita |fare giustizia, condannare, giustiziare
3. la facoltà e l’autorità di dar forza esecutiva al diritto attraverso l’applicazione delle leggi: amministrare la giustizia
4. il potere dello stato che è depositario di questa facoltà, e gli organi che ne eseguono le decisioni: sperare nella giustizia; consegnarsi alla giustizia; finire nelle mani della giustizia |ministero di (grazia e) giustizia, quello incaricato dell’amministrazione della giustizia di uno stato |palazzo di giustizia, la sede degli uffici giudiziari
5. nella teologia cattolica, una delle quattro virtù cardinali |giustizia divina, l’azione giudicante di Dio, a cui è sottoposto l’uomo
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Etimologia
← dal lat. iustitĭa(m), deriv. di iūstus ‘giusto’.
Termini vicini
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