Il lemma nequìzia

Definizioni

Definizione di Treccani

nequìzia
s. f. [dal lat. nequitia, der. di nequam, agg. indecl., «dappoco, tristo, dissoluto»], letter. – malvagità, iniquità: n. d’animo; dare prova di n.; poniamo ora che veramente ella sia esposta, per la n. della madre e di quell’altra canaglia, a un pericolo gravissimo (pirandello). in senso concr., azione malvagia: commettere n.; non si puote torcer già mai ad alcuna n. (dante); su le tue pagine scolpisci, o storia, le altrui nequizie e la sua [di venezia] gloria (fusinato). ant., irritazione sorda, rabbia interna: fra michele si consumava di n., veggendo i modi fecciosi della moglie d’ugolino (Sacchetti).

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Definizione di Hoepli

nequizia
[ne-quì-zia]

s.f. (pl. -zie)
1. lett. perversità d'animo, malvagità
2. ant. atto malvagio, azione perversa: non si puote torcer già mai ad alcuna n. (dante)
3. ant. sdegno, ira: si consumava di n. (sacchetti)

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Definizione di Garzanti linguistica

nequizia
[ne-quì-zia]
pl. -e
1. malvagità d’animo; crudeltà, perversità
2. (ant.) azione malvagia: che non si puote / torcer già mai ad alcuna nequizia (DANTE Par. VI, 122-123)
3. (ant.) rabbia, ira

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Etimologia

← dal lat. nequitĭa(m), deriv. dell’agg. indecl. nēquam ‘che non vale nulla, di cattiva qualità’.