Il lemma s-
Definizioni
Definizione di Treccani
s-
. – prefisso presente in molte parole italiane, soprattutto verbi e, in misura minore, aggettivi e sostantivi. rappresenta in genere la continuazione del lat. ex, preposizione e prefisso (per la forma ridotta e-, v. e-), che, in composizione, esprimeva sia l’idea dell’uscita da un luogo o, fig., da una condizione (ire - exire, rudis - erudire), e quindi anche del completamento, del condurre a termine (haurire - exhaurire), sia l’idea dell’assenza o della privazione (sanguis - exsanguis, anima - exanimare). solo un’esigua parte, però, dei composti italiani risale al latino (per es., scaldare, schiudere, scorrere, spiegare, sporgere, che sono ereditarî, mentre i composti «adottati» dal latino hanno il pref. es- [v.], come escludere, esplicare, ecc.); la maggioranza è di formazione più recente. significati e funzioni più notevoli del prefisso:
1. premesso a verbi, può esprimere azione contraria (s-fiorire, s-gonfiare, s-legare; in s-piovere, invece, indica cessazione). talora la formazione del nuovo verbo avviene non mediante la semplice applicazione, ma mediante una sostituzione di prefisso (alloggiare - sloggiare, apparecchiare - sparecchiare, imbrogliare - sbrogliare, ricordare - scordare, ecc.). analogam., sign. opposto acquistano i sostantivi (s-fiducia, s-proporzione, s-ventura) e gli aggettivi (s-contento, s-conveniente, s-leale).
2. negli aggettivi derivati da sostantivi il prefisso acquista valore privativo-peggiorativo (bocca - sboccato, costume - scostumato, faccenda - sfaccendato, grammatica - sgrammaticato); e lo stesso accade in alcuni verbi tratti da sostantivi (sbancare, da banco) o da altri verbi (parlare - sparlare, ragionare - sragionare).
3. indica allontanamento, uscita, separazione, e sim., soprattutto in verbi derivati da sostantivi (sbucare, sconfinare, sfornare, spostare, svaligiare, svelare, ecc.), più raramente in derivati da altri verbi (s-fuggire).
4. proprio dei composti denominali è anche il valore privativo (scolpare «liberare da colpa», svigorire «privare del vigore», e così sfamare, sfondare, ecc.), anche per significare detrazione (sbucciare, schiodare, slacciare, smascherare, spolpare, spolverare, rispettivam. «levare la buccia, i chiodi, i lacci, ecc.»); talora con valore intr., come in scolorire «perdere il colore». privativo è inoltre il prefisso in alcuni verbi derivati da aggettivi (sgrossare, svecchiare, da grosso, vecchio, ecc.).
5. ha funzione genericamente derivativa, con accezioni varie, in un altro gruppo di verbi, derivati da verbi (cadere - scadere), o più spesso da sostantivi (bocca - sboccare, braccio - sbracciarsi, foce - sfociare, gocciola - sgocciolare) o da aggettivi (bianco - sbiancarsi, doppio - sdoppiare, largo - slargare; in questi ultimi esempî il valore del prefisso si può definire causativo o fattitivo).
6. conferisce valore intensivo, rispetto al verbo originario, a una serie di verbi: s-beffeggiare, s-cacciare, s-cambiare, s-graffiare, s-gualcire, s-trascinare, ecc.; già in latino il prefisso aveva questa funzione (si osservi la quasi equivalenza di siccare e exsiccare, di vincire e evincire), acquistata per un indebolimento del significato perfettivo o esaustivo che ha, per es., in exhaurire, efficere e sim.
7. in pochi casi s- rappresenta la riduzione del prefisso dis-: così, per es., in scendere da discendere, sfidare da disfidare, ecc.
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Definizione di Hoepli
s, s
1. diciassettesima lettera dell'alfabeto italiano, il cui nome per esteso è èsse
|| In italiano rappresenta la consonante fricativa alveolare sorda, o s aspra, e la consonante fricativa alveolare sonora, o s dolce
|| È sorda quando è doppia (lesso, materasso, masso); quando è preceduta da una consonante (corso, pensiero, borsa); quando è in fine di parola (caos, gas, lapsus); quando è seguita da una consonante sorda (costola, spirito, casco, astro)
|| È sonora quando è seguita da consonante sonora (sbarra, smalto, sdegno)
|| Quando è scempia in posizione intervocalica, o tra una vocale e una semiconsonante, può essere sorda o sonora, a seconda dei casi (cosa, rosa, risiedere, usuale)
|| La fricativa alveolare sonora ha grado tenue in posizione intervocalica, o tra una vocale e una semiconsonante (asola, asiago), ha grado medio davanti a consonante sonora (disguido, lisbona); non ha mai grado rafforzato
|| La fricativa alveolare sorda in posizione intervocalica può avere grado tenue (casa, asino) o rafforzato (passo, fosso); nelle altre posizioni ha sempre grado medio (comparsa)
|| Quando precede un'altra consonante la s è detta impura
|| La s fa parte del digramma sc (⇨ c)
|| a esse, linea, oggetto e sim. con andamento sinuoso, a serpentina
|| curva a esse, tratto di strada in cui si susseguono una curva a destra e una a sinistra o viceversa
|| tubo a esse, a doppio gomito
2. si usa come abbreviazione in alcuni linguaggi specifici
|| chim s, simbolo dello zolfo
|| fis s, abbreviazione di siemens, unità di conduttanza; s, simbolo di minuto secondo
|| mat s, rappresenta la superficie e la somma
|| geogr s, abbreviazione di sud
|| s., s., davanti a nome proprio, abbreviazione di san, santo; ss., ss., abbreviazione di santissimo o di santi
|| S, seguito da altre iniziali maiuscole significa suo, sua: s.e., sua eccellenza; s.s., sua santità
s-
pref.
1. per formare il contrario di verbi (schiudere da chiudere, smontare da montare), di sostantivi (sgarbo da garbo, sfiducia da fiducia) o di aggettivi (sleale da leale, scomodo da comodo)
|| Ha valore peggiorativo in aggettivi derivati da sostantivi (screanzato da creanza) e in alcuni verbi derivati da nomi (sragionare)
2. ha valore privativo in verbi derivati da sostantivi: sbucciare da buccia, svelare da velo
|| Si usa per esprimere il sign. di allontanamento in verbi derivati da sostantivi o da altri verbi: sfornare, sviare, sfuggire
3. ha valore derivativo in verbi derivati da altri verbi (scadere da cadere), da sostantivi (svaporare da vapore, sbriciolare da briciola), o da aggettivi (sbalordire da balordo, slargare da largo)
4. ha valore intensivo in verbi derivati da altri verbi: sfregare da fregare, sgridare da gridare, smangiare da mangiare
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Definizione di Garzanti linguistica
s
diciannovesima lettera dell’alfabeto (diciassettesima dell’alfabeto italiano tradizionale), il cui nome è esse; in italiano rappresenta la fricativa dentale sorda (sale, naso, rosso, pasto) o la fricativa dentale sonora (viso, cosmo, sgombro); entra inoltre come componente nel digramma sc e nel trigramma sci, che rappresentano il suono fricativo palatale sordo rispettivamente davanti a e, i (scena, sci) e a, o, u (sciame, fascio, sciupio) |s impura, si dice comunemente quando all’interno della stessa sillaba precede un altro suono consonantico (p.e. in strada, fisco, stoffa) |curva a S, serie di due curve, prima a destra poi a sinistra o viceversa |tubo a S, a doppio gomito |S come Savona, nella scansione delle parole lettera per lettera, specialmente al telefono | viene usata in sigle (p.e. S è sigla automobilistica della Svezia) e abbreviazioni (p.e. s., seguente; S. o s., santo; S.S. o ss., santi; S.A., Sua Altezza; S.M., Sua Maestà; S., per nomi propri di persona come Salvatore, Sabina, Silvano ecc.) |S, (geog.) sta per sud |S, (chim.) simbolo dello zolfo |s, (fis.) simbolo del secondo |S, (mat.) superficie |S, (fis.) simbolo del siemens |S, nelle taglie dei capi d’abbigliamento, small (taglia piccola).
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Termini vicini
ruzzolóne ruzzolìo ruzzolata ruzzolare rùzzola rużżo rużżare rùvido ruvidità ruvidézza rùtulo ruttóre rutto ruttare rutina rùtilo rutilare rutilante rutherfordio rutherford rutèno rutènio rutàcee ruta rùstico rusticità rustichézza rusticano rusticale rusticàggine sa’ sabadìglia sabatino sàbato sabàudo sabba sabbàtico sàbbato sàbbia sabbiare sabbiato sabbiatóre sabbiatrice sabbiatura sabbièra sabbióne sabbionìccio sabbióso sabeismo sabellianismo sabelliano sabèllico sabèo sabina sabino sabìr sabot sabotàggio sabotare sabotatóre