Il lemma lèi
Definizioni
Definizione di Treccani
lèi pron. pers. f. sing. [lat. *ĭllaei, dativo pop. di illa (invece del classico illi) per analogia con cui e *illui: v. lui]. – 1. forma forte della declinazione del pron. di 3a pers. sing. ella, con usi analoghi al masch. lui (v.): parlane a lei; beata lei; non sembra più lei, ecc. talora riferito anche ad animali o cose inanimate: la pioggia cadde e a’ fossati venne di lei ciò che la terra non sofferse (dante). 2. forma allocutiva di cortesia, la più comune oggi nel dialogo con estranei dell’uno o dell’altro sesso (cfr. tu, voi); si adopera come complemento e anche come soggetto (sostituendo l’ella che ormai è quasi del tutto scomparso, soprattutto nell’uso parlato): verrò io stesso da lei; faccia lei; se la cosa avesse a decidersi a ciarle, lei ci metterebbe in sacco (manzoni); come compl. oggetto e di termine, può avere normalmente le forme deboli la, le (la farò avvertire; debbo dirle); come soggetto, il pronome è spesso sottinteso (mi dica; venga pure avanti). quando si riferisce a persona di sesso maschile, il predicato s’accorda nel genere con la persona: lei è troppo buono, signore (l’accordo al femminile, che nel passato era anche in uso, si spiega col fatto che il pronome era in origine rivolto non direttamente alla persona presente, ma a un astratto «signoria vostra»). con uso sostantivato, dare del lei (tosc. dar di lei) a qualcuno, rivolgergli il discorso in terza persona. il plurale corrispondente, nell’uso formale, è loro, talora (in passato, o con tono iron.) lor signori: ma lor signori son troppo giusti, troppo ragionevoli (manzoni); oggi però è sostituito dal più familiare voi.
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Definizione di Hoepli
lei
a pron. person. f. di 3ª pers. sing.
1. si usa in vari complementi per indicare la persona, ma anche l'animale o la cosa, di cui si parla
|| Come compl. oggetto in luogo della forma proclitica la e compl. di termine (preceduto dalla prep. a) in luogo della forma proclitica le, quando gli si voglia dare particolare evidenza: incontrare proprio l. era stato un segno del destino; io capisco l. molto meglio di lui; è meglio scrivere a l.; perché non ne parli a l.?
|| Posposto alle prep. semplici, forma i vari complementi: parlo di l.; mi riferisco a l.; questa sera vado a cena da l.; se fossi in l. non ci penserei due volte; pensi di andare in vacanza con l.?; anche tu hai un regalo per l.?; puoi contare su di l.; sedeva tra l. e me
|| Come compl. di termine senza la prep. a: disse l. che non era affatto d'accordo
|| bur il di lei, la di lei, i di lei, le di lei, il suo, la sua, i suoi, le sue: il di l. figlio; la di l. proprietà
2. si usa come soggetto per indicare la persona di cui si parla: l. mi disse che era d'accordo; l. ascoltava con attenzione
|| Con valore enf. o esclam.: l. sola comanda qui; l. venire da noi?
|| In contrapposizione a un altro sogg.: lui sembra tranquillo, l. così nervosa!
|| Posposto al verbo: lo ha detto l.!; beata l.!
|| Posposto a anche, neanche, pure, neppure, nemmeno, perfino, acquisisce particolare risalto: anche l. lo sapeva!; nemmeno l. ha intenzione di partire; è venuta anche l.?; lo ha negato perfino l.; non voleva crederci neppure l.
|| Nelle comparazioni, posposto a come, quanto, più, che, come secondo termine di paragone: io la penso come l.; ne so quanto l.; guadagna più l. di me; vale più lui che l.
|| In costrutti sintattici con il verbo all'inf., al part., al gerundio, con valore assoluto: l. chiedere scusa?; morta l., l'impresa fallì; offrendosi l. volontaria, la commissione accettò
|| Con funzione di predicato: dopo la disgrazia, non sembrava più l.; era l. in carne e ossa; non pareva l.
3. si usa come pron. allocutivo di cortesia in luogo di “tu”, “te”, riferito a individui di sesso sia maschile sia femminile con valore di sogg. e di compl.: l. che ne dice?; prima l., signora; l. è davvero troppo buono; ehi, dico a l.!
b come s.m.
La formula allocutiva di cortesia di 3ª pers. sing.: preferisco il “tu” al “l.”
|| dare del lei a qualcuno, rivolgerglisi in terza persona; estens. non avere un rapporto di confidenza
c come s.f.
1. personalità femminile, spec. in rapporto alla sua evoluzione: la nuova l. era spregiudicata e intraprendente, anziché timida e riservata
2. fam. la donna, in una coppia: è un regalo per la mia l.
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Definizione di Garzanti linguistica
lei
[lèi]
1. si riferisce a persona e a volte, nell’uso letterario e familiare, anche ad animale o a cosa; si usa sia come soggetto (molto più spesso di ella, pressoché inesistente nell’uso corrente), sia come complemento; è obbligatorio nel complemento oggetto e nel complemento di termine quando si vuol dare loro particolare rilievo (al posto rispettivamente di la e le) e sempre in tutti gli altri complementi indiretti: lei non potrà venire; ho salutato proprio lei; è a lei che lo devi dire; partirà con lei; l’ho fatto per lei; le ho scritto, ma lei non mi ha ancora risposto; il padre di lei, la figlia di lei, suo padre, sua figlia (specialmente quando l’uso di suo, sua potrebbe generare ambiguità; nell’uso burocratico anche il di lei padre, la di lei figlia); La pioggia cadde, e a’ fossati venne / di lei ciò che la terra non sofferse (DANTE Purg. V, 119-120)
2. si usa in funzione di soggetto, in particolare quando si vuol dare particolare rilievo al pronome; nelle esclamazioni; quando c’è opposizione tra due soggetti; quando il pronome è collocato dopo il verbo; quando è preceduto da tanto, quanto, come, più, anche, neppure, nemmeno, pure ecc.; come parte del predicato o complemento predicativo dopo i verbi essere, parere, sembrare, diventare ecc.; quando è soggetto di una proposizione con il verbo all’infinito, al participio o al gerundio; quando manca il verbo: è lei che non ne vuol sapere; beata lei!; lei arrivò puntuale, lui in ritardo; questo lo dice lei; ho studiato quanto lei; non fare come lei; anche lei era presente; io non sono lei; se io fossi lei; non sembra più lei; lei dimenticare? è assurdo; persuasa lei, persuasi tutti; partendo lei, partita lei, tutto cambiò; lei così giovane
3. si usa, come soggetto o come complemento, per rivolgersi a una persona con cui non si è in confidenza, sia donna sia uomo (e in questo caso si accorda al maschile); come soggetto può essere sottinteso; negli usi formali viene spesso scritto con l’iniziale maiuscola: verremo noi da lei; faccia lei; mi dica (lei) che cosa potrei fare; ci risulta che Lei sia regolarmente iscritto
♦ n.m. invar.
la terza persona come forma di cortesia: il fascismo proibì il \i0 lei e rese obbligatorio il \i0voi; ci conosciamo bene, ma ci diamo ancora del lei, non siamo ancora in grande confidenza
♦ n.f. invar.
1. (fam.) la fidanzata, l’innamorata: è a spasso con la sua lei
2. (non com.) indica l’interiorità, l’essenza della persona: era sempre lei, ma una lei diversa
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Etimologia
← lat. *illāei, forma pop. del dat. sing. di ĭlla (class. ĭlli), per analogia con *illŭi ‘a lui’; cfr. lui.
Termini vicini
Lehm leguminóse legumina legumièra legume legulèio legnóso legnòlo légno legnàtico legnata legnare legname legnaiòlo legnàia legnàceo légna legìttimo legittimità legittimìstico legittimista legittimismo legittimazióne legittimàrio legittimare legìttima legista legisperito legislazióne legislatura leibniziano leishmània leishmaniòṡi Leitmotiv lek LEM lèmbo lèmma lemmàrio lemmatiżżare lemmatiżżazióne lemming lèmna lemnàcee lemniscata lemniscato lemnisco lempira lèmure lemùridi léna lènci lèndine lendinóso lène lenèo leniménto leniniano leninismo leninista