Il lemma tristìzia

Definizioni

Definizione di Treccani

tristìzia
(ant. trestìzia) s. f. [dal lat. tristitia, der. di tristis «triste, tristo»]. –
1. forma ant. per tristezza, come stato psichico: non credo ch’a veder maggior tristizia fosse in egina il popol tutto infermo (dante); lungo sarebbe a mostrare qual fosse e quanto il dolore e la tristizia e ’l pianto della sua donna (boccaccio).
2. letter. l’essere tristo; malvagità, cattiveria: il che nasceva dalla tristizia di quegli principi, non dalla natura trista degli uomini (machiavelli); l’impazienza, l’orgoglio umano, han perduto o sviato dal retto sentiero molte più anime che non la deliberata tristizia (mazzini). con sign. concreto, ant., atto malvagio: egli parla né più meno come se ... per la lunghezza del tempo avesse le sue tristizie e disonestà dimenticate (Boccaccio).

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Definizione di Hoepli

tristizia
[tri-stì-zia] ant. trestizia

s.f. (pl. -zie)
1. lett. tristezza, mestizia, malinconia: scende la t. nell'animo (panzini)
2. lett. malvagità, cattiveria, perfidia: la t. dei tempi
|| Azione, espressione malvagia: dire cattività e tristizie (boccaccio)

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Definizione di Garzanti linguistica

tristizia
[tri-stì-zia]
pl. -e
(lett.)
1. tristezza, dolore
2. l’essere tristo, malvagio | azione, parola, discorso malvagio: dire cattività e tristizie (BOCCACCIO Dec. I, 8)

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Etimologia

← dal lat. tristitĭa(m), deriv. di trīstis ‘triste, tristo’.