Il lemma uscire
Definizioni
Definizione di Treccani
uscire
(ant. escire) v. intr. [lat. exīre, comp. di ex «fuori» e ire «andare», raccostato a uscio] (nella coniugazione, si ha il tema usc- quando l’accento cade sulla desinenza, èsc- quando cade sul tema; quindi: indic. pres. èsco, èsci, èsce, usciamo, uscite, èscono; cong. pres. èsca ..., usciamo, usciate, èscano; imperat. èsci, uscite; regolari tutti gli altri tempi: uscivo, uscirò, uscìi, uscèndo, uscito, ecc.; aus. essere). –
1. andare o venire fuori da un luogo o da un ambiente chiuso o che si considera circoscritto da confini determinati: u. di casa (anche fig., in passato detto di figlie che si sposano e vanno ad abitare col marito, e, nel linguaggio corrente, di figli che lasciano la casa dei genitori); u. di chiesa (o dalla chiesa); u. dall’ufficio, di fabbrica, dalla scuola, per lo più al termine dell’orario; il pubblico cominciava a u. dal teatro, dal cinema, dallo stadio, alla fine dello spettacolo o della manifestazione; i rapinatori sono stati arrestati mentre uscivano dalla banca; uscendo dal posteggio ho graffiato un parafango contro un pilastro; u. dalla città (o anche di città); la nave stava uscendo dal porto, dalla baia; come le pecorelle escon del chiuso a una, a due, a tre (dante); u. da uno stato, u. dall’italia; u. da una stanza, dallo studio, dal bagno; u. (fuori) dall’auto; u. di scena, riferito ad attori (e in senso fig. a chi lascia una determinata carica o posizione ufficiale, o abbandona un’impresa, ecc.); esci di lì, ché mi dai noia!, a persona che ingombra uno spazio necessario per qualche nostra operazione; in senso pregnante: u. dal convento, sfratarsi, smonacarsi; u. dall’ospedale, dalla clinica, esserne dimesso; u. dal carcere, u. di prigione, esserne liberato dopo aver scontato la pena detentiva, o in seguito a particolari provvedimenti (amnistia, indulto, ecc.). indicando il passaggio attraverso il quale si viene fuori da un luogo: u. dalla porta di servizio, da una casa passando per la porta di servizio; u. da una stanza attraverso la finestra. assol., senza indicazione del luogo dal quale si esce (che è però sottinteso): uno esce e uno entra; chi entra e chi esce, per indicare un gran viavai di persone che vanno e vengono da un luogo chiuso; esco un momento e torno subito; non esco da due giorni, s’intende di casa; oggi ho avuto tanto lavoro che non sono potuto uscire. nel gioco del calcio, riferito al portiere, u. di piede, di pugno, effettuare un’uscita dalla porta per parare e respingere il pallone col piede o col pugno (v. uscita, n. 1 a). con l’indicazione del luogo nel quale si va o viene uscendo: u. in piazza, sulla strada; u. all’aperto; u. in giardino; io solitario in questa rimota parte alla campagna uscendo (leopardi); nel linguaggio alpin., u. in vetta (o da una parete), portare a compimento una scalata o una sua fase; u. sul balcone, sulla terrazza; u. in campo, letter. u. a campo, di esercito che si schiera per la battaglia: usciti a campo erano i teucri (caro); u. al mondo, poet., nascere: in un medesimo utero d’un seme foste concetti, e usciste al mondo insieme (ariosto); analogam., di sommergibile, u. a galla, u. alla superficie; di nave, u. in mare, o semplicem. u., lasciare il porto o un ancoraggio e dirigersi verso l’alto mare. con verbo all’infinito preceduto dalla prep. a: e quindi uscimmo a riveder le stelle (dante); soprattutto quando si vuole indicare lo scopo per il quale si esce: esco a far due passi, a prendere una boccata d’aria, a comprare il giornale, ecc. talora con l’avv. fuori, in funzione rafforzativa: uscii fuori a prendere una boccata d’aria; esci fuori se hai coraggio! anticam., con la particella pron.: la cui [del pontefice] reverenzia potette tanto in attila, che si uscì di italia e ritirossi in austria, dove si morì (machiavelli).
2. a. estens. distaccarsi da un gruppo di persone: u. dalla fila, dalle righe, dal gruppo, dalla calca; analogam., uscire di formazione o di linea, di nave che, navigando di conserva con altre, abbandona il suo posto. con allusione diretta o indiretta al luogo dove il gruppo di persone si trova, o anche allo scopo per cui una o più persone si trovano in un luogo: u. da una seduta; u. da una lezione universitaria, da una conferenza; u. dal lavoro. b. fig. distaccarsi da una particolare condizione (fisica, psicologica, morale, sociale, ecc.), cessare di essere in quella condizione: u. da una malattia; u. dalla tossicodipendenza, o dal tunnel della droga, e talora anche, con uso assol. e allusivo, uscirne (è uno dei pochi che ce l’ha fatta a uscirne); u. dall’infanzia, dalla minore età; u. di pena; u. di sospetto, di timore; u. dall’incertezza, dall’indecisione; u. dal riserbo, dalla neutralità; u. da una situazione di pericolo; in partic., u. di sé, u. di senno, di ragione, di testa, infuriarsi, impazzire; u. dai gangheri, fig., arrabbiarsi violentemente, infuriarsi; u. di sentimento, perdere i sensi, o il controllo di sé (v. sentimento, n 1 b); in relazione a condizioni dell’ambiente esterno: stiamo per u. dall’inverno ed entrare nella primavera. nel linguaggio polit., cessare volontariamente di far parte di una formazione, di un organo, ecc.: u. da un partito, da un sindacato; u. dal governo, dalla maggioranza, di uno o più membri o partiti; con riferimento a particolari condizioni giuridiche, amministrative o burocratiche: u. di minorità, di tutela; u. di carica. c. fig. trarsi fuori, liberarsi da una situazione difficile, rischiosa, imbrogliata o comunque gravosa: è uscito illeso, o sano e salvo, da quell’incidente; non riesco a u. da questo guaio, questo imbroglio; con la particella pron. ne, che allude alla situazione, uscirne bene, e più raram. uscirne a bene: questa è la vera maniera d’uscirne a bene (manzoni); al contr., uscirne male, avere esito cattivo, sfavorevole; ne sono uscito a stento, a fatica; te ne sei uscito con poco (dove equivale a cavarsela); siamo disposti a cedere, ma vorremmo uscirne con onore; uscirne per il rotto della cuffia (modo prov.), a stento, a malapena; per estens., ponendo un dilemma: di qui non s’esce: o accetti le loro condizioni o ti dimetti, volendo asserire che non esistono altre vie d’uscita. con riferimento alle origini familiari o culturali di una persona, venire, provenire: esce da una famiglia di contadini, o da una nobile famiglia; esce da un ambiente molto severo e puritano.
3. con riferimento, come soggetto, a cose concrete o astratte, venire fuori da un luogo chiuso, da un ambiente o da un recipiente, ecc.: il respiro gli usciva affannoso dal petto; rovesciò la borsa e ne uscirono cianfrusaglie di tutti i tipi; gli esce il sangue dal naso; il fumo esce dal camino; in usi fig., parole che escono dal cuore; questa [= la lupa] mi porse tanto di gravezza con la paura ch’uscia di sua vista, ch’io perdei la speranza de l’altezza (dante); queste chiacchiere escono dai soliti ambienti pettegoli; quei manufatti sono usciti dalla nostra fabbrica; in partic., uscir di bocca, di cosa che non si avrebbe intenzione di dire e che viene detta inavvertitamente: gli è uscito di bocca che ha intenzione d’andarsene; anche assol., non avrei dovuto dirlo, ma ormai m’è uscito, cioè mi è uscito di bocca. provenire come conseguenza, risultare: dal male esce talora il bene; dolci inganni ond’escon poi sovente estremi danni (t. tasso); di effetti casuali o secondarî di un’azione: si mise a scrivere un racconto e ne uscì un lungo romanzo; da quest’affare, se andrà bene, uscirà una bella somma anche per te; con sign. più partic., poter essere ricavato, fatto: da quello scampolo più di una camicetta non ci esce; ha una vigna, ma n’esce solo il vino per la famiglia; con questo misero stipendio, come fanno a uscirci le vacanze? in locuz. particolari: u. dalla vista o dalla visuale, non essere più visibile; u. di mano, sfuggire dalla mano, cadere (la bottiglia mi uscì di mano e si ruppe), o anche di opera già finita dall’artefice o dall’autore: quando m’esce di mano un lavoro, voglio che sia perfetto (per estens., di persona: lucia usciva in quel momento tutta attillata dalle mani della madre, manzoni; ha una pettinatura perfetta, è appena uscita dalle mani del parrucchiere); u. di mente (o di testa, o dalla memoria), di cosa che viene dimenticata: m’era uscito di mente che avevo un appuntamento; u. dalla testa (o dal capo), dimenticare, non pensarci più: ti farò u. dalla testa queste idee balzane (o, in senso fig., questi grilli); u. di moda, non essere più di moda: è un bel po’ che questo taglio di capelli è uscito di moda.
4. con usi e sign. estens. varî, riferito come soggetto sia a persone sia a cose: a. andare fuori, al di là di un determinato limite o tracciato: u. di strada, riferito a veicoli stradali (l’auto, la moto, ecc., è uscita di strada ed è andata a finire nel canale); u. di carreggiata, ormai solo in senso fig., uscire dai limiti, andare oltre la misura, o anche perdere il ritmo nel lavoro, in un’attività; u. dal seminato, allontanarsi dall’argomento che si voleva o doveva trattare. b. venire fuori, sia nel sign. di sporgere, emergere: un pollo così grosso che usciva dalla pentola; gli usciva un lembo del fazzoletto dalla tasca; sia in quello di venire estratto (nel gioco del lotto, della tombola o anche della roulette, oppure in un sorteggio qualsiasi): è uscito il 56; è tanto che non esce il 17; ha puntato tutto sul 15 ma non è uscito; il mio nome è uscito per primo: tocca a me; sia in quello fig. di saltare fuori, apparire all’improvviso o inaspettatamente, o anche di intervenire a parlare, pronunciare una parola o una frase in modo imprevisto e, talvolta, inopportuno: e tu di dove sei uscito?; di dove è uscito fuori questo tipo buffo?; li avevo già convinti quando uscì fuori un tale a contraddirmi con argomentazioni idiote; esasperato, uscì in improperî nei loro riguardi; uscì in una esclamazione, in un grido di stupore; se ne uscì con una strana frase, con una battuta comica. c. venire pubblicato: è uscito un nuovo romanzo di quello scrittore; oggi il giornale non esce, c’è stato sciopero; una rivista che esce settimanalmente, tutti i sabati, ogni trimestre; il decreto legge uscirà domani sulla «gazzetta ufficiale». d. con riferimento a strade, corsi d’acqua, ecc., sboccare, sfociare: via del corso esce in piazza venezia; un vicolo buio che esce sul porto; l’arno esce presso pisa nel tirreno. e. di parole, terminare, finire: parola che esce in vocale, in consonante, in «l», in «r», ecc.; in italiano le parole escono in vocale o in consonante liquida o nasale. f. non com. risultare, riuscire (come verbo copulativo): u. vincitore; u. primo, secondo, in una gara, in un concorso; com., ma di uso region., u. pazzo, impazzire (esco, o me n’esco pazza se va avanti così!).
5. in usi region., come trans. con valore causativo, far uscire, portare fuori: il bambino non deve avercela con me perché l’ho uscito con quest’acqua (fenoglio); far venire fuori, tirar fuori: un avvocato ... aveva uscito di tasca un giornale (calvino). ◆ part. pres. uscènte, usato con valore verbale soprattutto in determinate espressioni: presidente uscente, consiglio uscente, che sta per uscire di carica e per trasmettere le sue funzioni al successore o ai successori; l’anno, il mese uscente, che sta per finire; parola, tema uscente in vocale, in consonante. in araldica, uscente è attributo di animali che sembrano uscire da una partizione o da una pezza onorevole. ◆ part. pass. uscito, sempre con valore verbale, anche se usato senza l’ausiliare: i ragazzi usciti da questa scuola, da questo collegio; il lavoro uscito dalla nostra bottega; quei che con lena affannata uscito fuor del pelago a la riva, si volge a l’acqua perigliosa e guata (dante); uomo uscito di famiglia nobile; un, di troiana stirpe uscito, venuto era in cartàgo (caro); in modi di dire usuali, stabilendo una rassomiglianza: sembra proprio uscito dalla cappa del camino, di persona sporca e tinta di nero; ecc. ant. come sost., l’uscito, gli usciti, il fuoriuscito, i fuorusciti.
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Definizione di Hoepli
uscire
[u-scì-re]
tosc., ant. escire
(èsco, èsci, èsce, usciàmo, uscìte, èscono; uscìvo, uscìvi, uscìva, uscivàmo, uscivàte, uscìvano; uscìi, uscìsti, uscì, uscìmmo, uscìste, uscìrono; uscirò, uscirài, uscirà, uscirémo, usciréte, uscirànno; congiunt. pres. èsca, usciàmo, usciàte, èscano; uscìssi, uscìssi, uscìsse, uscìssimo, uscìste, uscìssero; uscirèi, uscirésti, uscirèbbe, uscirémmo, usciréste, uscirèbbero; imperat. èsci, èsca, usciàmo, uscìte, èscano; uscèndo; uscènte; uscìto; in tutta la coniug. il tema è esc- se tonico, usc- se atono)
1. andare fuori, venire fuori da un luogo chiuso, circoscritto o variamente determinato: u. di casa, dal letto, dalla città; u. dal pozzo, dal bagno, dall'acqua; esci subito di lì
|| rafforz. uscire fuori, andare, venire fuori: esco fuori perché c'è troppa gente
|| uscire di, dal convento, spogliarsi dell'abito religioso
|| uscire dall'ospedale, essere dimesso dopo la guarigione
|| uscire di prigione, essere rimesso in libertà dopo aver scontato la pena
|| non com. uscire dall'auto, dal treno, dall'aereo, discenderne
|| uscire dalla nave, sbarcare
2. andare fuori dal luogo in cui ci si trova: gli ordinò di uscire; il cameriere uscì e rientrò poco dopo con il caffé; vi prego, uscite
|| Andare all'aria aperta: u. in strada, in piazza, nel cortile; u. sul balcone; qui non si respira, devo u.; uscirono a guardare il cielo
|| estens. andarsene, allontanarsi: uscì alla chetichella; u. in modo discreto, plateale
|| uscire in mare, andare al largo
|| uscirsene, andarsene: se ne uscì sbattendo la porta
|| poet. uscire al mondo, nascere
3. ass. andare fuori di casa: è appena uscito; sta uscendo; quando esci, comprami il giornale
|| Andare fuori di casa a scopo di svago, di divertimento: mi ha invitato a u. domani sera; la sera esco spesso; quando usciamo facciamo sempre tardi
|| uscire con qualcuno, frequentarlo; estens. avervi una relazione sentimentale: ormai esce con lei da più di un anno
4. di cose, sostanze in movimento, venire fuori: il treno uscì dalla galleria; il fumo esce dal camino; gli usciva sangue dal naso; un odorino stuzzicante esce dalla pentola
|| estens. di parole, suoni, essere emessi: un sospiro gli uscì dal petto; dalla sua bocca uscì un mugugno
|| uscire di bocca, di parola o frase, sfuggire involontariamente, nella foga del discorso
5. andare fuori, deviare, traboccare; superare un limite prefissato o abituale: nello scrivere sei uscito dalle righe; se riempi troppo il fiasco, farai u. il vino; il fiume in piena è uscito dal letto
|| uscire dai binari, deragliare; fig. uscire dalle regole o da una condotta stabilita
|| uscire dai gangheri, farsi prendere dalla collera
|| uscire dagli occhi, dalle orecchie, di cosa che ha stufato, di cui non se ne può più
|| uscire dal seminato, divagare dall'argomento di cui si tratta, andare fuori tema
|| uscire di sé, di senno, di cervello, perdere l'uso della ragione, infuriarsi
|| uscire di strada, sbandare perdendo i controllo dell'auto; fig. deviare da ciò che si era prefissato
6. sporgere, venir fuori: il chiodo è uscito dall'altra parte dell'asse; dalla facciata escono due mensole che reggono due statue; lo scoglio usciva tra le onde
|| Di colori, risaltare: su questa superficie il blu esce benissimo
7. estens. dileguarsi, sparire, non esserci più: l'aereo uscì presto dalla nostra vista
|| uscire di mano, dalle mani, sfuggire; fig. sottrarsi al controllo: la situazione mi è uscita di mano
|| uscire di mente, dalla memoria, essere dimenticato
|| uscire di moda, non essere più alla moda
|| eufem. uscire dalla vita, dal mondo, morire
|| fig. entrare da un orecchio e uscire dall'altro, di cosa che si dimentica subito per la poca importanza che le si attribuisce
8. estens. provenire, avere origine: di dove esce tutto questo denaro?; è tutta merce che esce dalle nostre fabbriche; parole, frasi che escono dal cuore; è un discorso che dev'essere uscito da quella pettegola
9. estens. andare a finire, sboccare, sfociare: sapete dirmi dove esce questo sentiero?; tutte queste vie vanno a u. in una piazza; il foglia esce nell'adriatico a nord di pesaro
10. estens. oltrepassare i limiti di un determinato ambito: un comportamento che esce dalla norma; cerchiamo di non uscire dalla legalità; problemi che escono dalle mie competenze
|| uscire dall'ordinario, essere eccezionale, fuori dal comune
11. estens. allontanarsi, distaccarsi da un gruppo di persone o cose: u. dalla folla; u. dalle righe, dalle file; nave, aereo che esce di formazione
|| Allontanarsi, dimettersi da un'organizzazione: è uscito dal consiglio di amministrazione; u. dal partito
12. estens. concludere l'occupazione, l'attività che si svolge in un determinato luogo: u. dal colloquio, dalla seduta, dalla conferenza
|| uscire dal lavoro, ass. uscire, terminare l'orario di lavoro: il sabato esco alle due
|| uscire di scena, di attore, rientrare dietro le quinte dopo aver finito la propria parte; fig. perdere una posizione in vista, di preminenza precedentemente occupata
13. fig. cessare di vivere una certa esperienza, liberarsi di una determinata condizione, materiale o morale: è appena uscito da una grave malattia; uscì illeso dal disastro; tra un mese uscirà dalla minore età; u. dall'incertezza, dal riserbo, dall'imbarazzo; u. dai guai, da un imbroglio
|| uscire di carica, lasciarla
|| uscire di pericolo, di malato grave, non essere più in pericolo di vita
14. fig. disimpegnarsi, svincolarsi: finalmente è uscita da quella situazione impossibile; cerca di u. dalle sue grinfie
|| uscirne, cavarsela: potremo uscirne con una spesa modesta; vedrai che te ne esci con poco; uscirne male, bene, con onore, a testa alta
|| non se ne esce, non c'è via di mezzo, non c'è altra soluzione possibile: o è vero o è falso, non se ne esce; di qui non se ne esce: devi ridurre le spese
|| uscirne con la testa rotta, con le ossa rotte, cavarsela con gravi danni
|| uscirne per il rotto della cuffia, cavarsela a malapena o all'ultimo momento
15. fig. derivare, risultare, venire di conseguenza: certe volte da un male può uscirne un bene; che cosa uscirà da questo pasticcio?; questo conto più lo faccio e meno mi esce giusto
|| Riuscire: questo disegno è uscito veramente male; nella gara uscirà certamente primo
|| Ricavarsi: da un metro di stoffa non esce certo un vestito
|| merid. uscire pazzo, impazzire
16. fig. nascere, provenire per nascita: usciva da una nobile famiglia; u. dal popolo, dalla nobiltà
|| estens. provenire per educazione, formazione: esce dal politecnico, da una scuola per manager
17. fig. essere creato, foggiato, fabbricato: un'opera uscita dalle mani di un grande artista; è uscito da poco il prototipo di una nuova macchina
18. fig. di cose, manifestarsi, apparire: a primavera escono i primi fiori; è uscito di nuovo il sole; il suo collo bianco usciva dalla scollatura
19. fig. essere estratto a sorte: è uscito il ventiquattro sulla ruota di firenze; spero che esca il mio nome
20. fig. saltare fuori inatteso, apparire d'improvviso, spuntare inaspettato: ma tu, di dove sei uscito?; è uscita fuori ora la lettera che ho cercato per due giorni
21. fig. dire qualcosa di improvviso, in modo impensato, inatteso: adesso non u. fuori con questi discorsi; uscì a dire che non era vero niente
|| Sbottare: a un tratto, è uscito in invettive e rimproveri
|| uscirsene, dire con forza o in modo incisivo o strano: se ne uscì con una frase indimenticabile
22. lett. sorgere: non fu mai l'aria sì serena e bella / come all'uscir del memorabil giorno (tasso)
23. edit venire stampato, essere pubblicato: è uscita una nuova edizione del teatro pirandelliano; il giornale oggi non esce; uscirà presto una nuova legge su questo argomento
24. ling di parole, avere terminazione, una desinenza: parole che escono in vocale, in consonante
25. sport nel calcio, effettuare un'uscita da parte del portiere
|| Nell'alpinismo, terminare una scalata o una parte di essa
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Definizione di Garzanti linguistica
uscire
[u-scì-re]
pres. io èsco, tu èsci, egli èsce, noi usciamo, voi uscite, essi èscono; congiunt.pres. io, tu, egli èsca, noi usciamo, voi usciate, essi èscano; imp. èsci, uscite
a aus. essere
1. andare o venire fuori da un luogo chiuso, circoscritto o idealmente delimitato: uscire di casa, dall’albergo, dal parco; uscire sulla strada, in piazza; uscire all’aperto; uscire a passeggio, in automobile; uscire a fare la spesa; uscire da una seduta, da una lezione; il fumo esce dalla finestra; gli esce sangue dalla ferita; chi entra e chi esce, si dice per indicare un continuo andirivieni |uscire in mare, di nave, lasciare il porto, dirigersi verso il mare aperto |uscire in campo, schierarsi per la battaglia |uscire dalla vista, dileguarsi |uscire di bocca, essere detto inavvertitamente: gli uscì di bocca il segreto |uscire di mano, cadere, sfuggire di mano: il bicchiere le uscì di mano e si ruppe; Lucia usciva in quel momento tutta attillata dalle mani della madre (MANZONI P.S. II) |uscire dagli occhi, dalle orecchie, si dice di ciò che si è visto, avuto, ascoltato in abbondanza tanto da provarne noia, fastidio
2. andare via da casa per divertirsi, fare una passeggiata, incontrare gli amici e simili: il sabato esce con le amiche; da quando si è sposato la sera non esce più
3. allontanarsi, distaccarsi da un gruppo di persone [+ da]: uscire dalla folla, da una comitiva; il ciclista è uscito dal gruppo | distaccarsi da un’organizzazione, da un’associazione; non farne più parte: uscire da una società, da un partito
4. cessare di trovarsi in un determinato stato, in una data situazione o condizione [+ da]: uscire dall’infanzia, dall’adolescenza; uscire dal riserbo, dai guai, dai pasticci; uscire dall’inverno, dall’anno vecchio; uscire sano e salvo da un incidente; non sapere come uscire da una situazione |uscire di sé, infuriarsi |uscirne con onore, si dice di chi ha superato onorevolmente una difficoltà
5. detto di una sostanza, venir fuori dal recipiente in cui è contenuta; fuoruscire: far uscire l’acqua dal serbatoio; è uscita tutta la benzina
6. derivare come conseguenza; nascere: a volte dal male esce il bene | (fam.) riuscire, risultare: da un metro di stoffa non può uscire un vestito
7. dire all’improvviso, inaspettatamente; anche, sbottare [+ in]: uscire in un grido, in una battuta scherzosa; uscire in insulti
8. essere estratto in un sorteggio; comparire in una classifica, in una graduatoria: è uscito il numero 50; il suo nome è uscito primo
9. essere messo in commercio, sul mercato: i nuovi modelli usciranno in primavera | detto di uno scritto, un’opera da dare alla stampa, essere pubblicato: il nuovo libro uscirà tra pochi giorni; ieri e oggi i giornali non sono usciti
10. provenire, avere origine [+ da]: è uscito da un’ottima scuola; è uscito da una famiglia nobile; quella frase gli è proprio uscita dal cuore
11. di fiumi o strade, sfociare, sboccare: il fiume esce in mare | tendere a un fine, a una conclusione: dove vuole uscire il tuo discorso?
12. (gramm.) di parola, avere una specifica terminazione: parole che escono in consonante
13. (sport) nel calcio, effettuare una uscita (detto del portiere)
14. (inform.) interrompere l’esecuzione di un programma o smettere di usare un ambiente
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Etimologia
← lat. exīre, comp. di ĕx- ‘fuori’ e īre ‘andare’, con accostamento a uscio.
Termini vicini
usciòlo ùscio uscière usciata usciale usbèrgo USB uṡatto uṡato uṡata uṡare uṡanza uṡàbile uruguaiano urubù urto urtatura urtata urtare urtante urtacchiare urta ursóne ursigramma ùrsidi urrà urotropina uroscopìa uropoièṡi uropìgio uscita uscòcco username uṡignòlo uṡitato uṡo uṡolière uṡòmetro ùssaro ussita ussitismo usta ùstascia ustilaginali ustionare ustióne usto ustolare ustòrio ustrino uṡüale uṡüàrio uṡucapióne uṡucapire uṡufrüire uṡufrutto uṡufruttüàrio uṡura uṡuràbile uṡurabilità