Il lemma da
Definizioni
Definizione di Treccani
da
prep. [lat. de ab] (radd. sint.). – si fonde con l’articolo dando luogo alle preposizioni articolate dal, dallo, dalla, dai (da’), dagli, dalle. seguìta da parola con consonante scempia iniziale, ne produce, secondo l’etimologia e la pronuncia toscana, il rafforzamento, espresso dall’ortografia nelle parole composte (es. davvero), altrimenti sottinteso (es. da tutti 〈da ttutti〉); non rafforza quando è apostrofata (da’, per dai). non si elide (salvo in pochissimi casi, come nella locuz. d’ora in poi), per evitare equivoco con la prep. di. esprime relazioni molteplici e introduce perciò varî complementi.
1. serve principalmente a determinare il punto di partenza, il luogo da cui ha inizio o origine un’azione, un movimento. indica cioè: a. moto da luogo: partire da casa, arrivare da venezia, uscire dall’ufficio, scendere dall’albero, cadere dalla padella nella brace, buttarsi dal trampolino, ricominciare da (o dal) principio, vedere il mare dalla finestra, guardare dall’alto in basso, ecc. b. provenienza: apprendere dai giornali, ricevere un favore da un amico; il petrolio si estrae dal sottosuolo; quanto grano ricavi dal podere?; fig.: non dipende da me. c. origine: discende da nobile famiglia; il po nasce dal monviso; molti mali vengono dall’abuso dell’alcol; e, in passato, il luogo di nascita, di residenza o sim., che svolgeva le veci del moderno cognome, e spesso diventa tale: leonardo da vinci, mino da fiesole, guido da montefeltro. d. separazione, lontananza, distanza, diversità e sim.: staccare dalla parete, scampare da un pericolo, chiamare da lontano, sparire dalla circolazione, esentare da un obbligo, liberare dalla prigionia, preservare da malanni, distinguere il vero dal falso, essere lontano dalla meta, trovarsi a venti chilometri dal confine, essere diverso dagli altri, ecc. con questo stesso sign., si unisce ad aggettivi e avverbî per formare locuz. varie: lontano dal (credere, volere, ecc.), contrariamente e diversamente da ..., ecc. e. talora indica movimento figurato, esprimendo in tal caso relazioni di tempo: son qui già da stamattina; è dalle 10 che aspetto; da allora cominciarono tutti i nostri guai. f. in correlazione con la prep. a, indica passaggio reale o fig. da un luogo a un altro, da una condizione a un’altra, da una quantità numerica a un’altra: l’hanno trasferito da genova a palermo; è stato promosso da tenente a capitano; passare dalla seconda alla terza liceo; contare da 1 a 100; il medico riceve dalle 9 alle 11; da commesso a padrone di negozio. esprime invece quantità approssimativa in locuzioni come: potrà avere da 30 a 35 anni; ci saranno stati da ottanta a novantamila spettatori.
2. introduce anche altri complementi di luogo: il moto a luogo (solo con nomi o pronomi di persona): verrò oggi stesso da te; devo andare dal sarto; scendo dal tabaccaio; il moto attraverso luogo, soprattutto in locuzioni col verbo passare: è tanto grasso che non passa dalla porta. con verbi di quiete (compl. di stato in luogo), si adopera per lo più davanti a nomi di persona: sono stato dall’avvocato; ti attendo dal meccanico; mi servo dal droghiere qui di fronte; frequenta l’asilo dalle suore; sarò a cena da mio zio; da noi non c’è quest’uso (in questi ultimi casi equivale in genere a: «presso»); o con i nomi lato, parte: la cornice è scrostata da un lato; la stoffa è da una parte grigia, dall’altra verde; da ogni parte del paese si vede il castello; abito anch’io da quelle parti (qui indica approssimativamente il luogo, e la locuz. può anche dipendere da verbi di moto: vado da quelle parti, proviene da quelle parti).
3. indica inoltre: l’agente e la causa efficiente (in dipendenza da verbi passivi): è stato rimproverato dal preside; negozio saccheggiato dai ladri; una quercia abbattuta dal fulmine; siamo stati sorpresi dall’inaspettata notizia; la causa: ammalarsi dal dispiacere, tremare dal freddo, gridare dal dolore; il mezzo: l’ho giudicato dalle sue parole, l’ho riconosciuto dalla voce (anche alla voce); la qualità: un vecchio dai capelli bianchi, una casa dalla facciata rosa; la limitazione: cieco da un occhio, sordo da un orecchio; attitudine, capacità, uso, scopo, destinazione: cavallo da corsa, cappello da prete, abito da passeggio, veste da camera, vino da pasto, fazzoletti da naso, sala da ballo (sono considerati usi meno proprî, ma ormai comunissimi, festa da ballo, messa da requiem, biglietto da visita, per festa di ballo, ecc.; e così macchina da scrivere, da cucire, ago da materassi, al posto di macchina per scrivere, per cucire, ago per materassi); la convenienza: azione da galantuomo (cioè degna di, quale s’addice a un galantuomo), gesto da villano; non è da me commettere simili azioni (cioè non si adatta a me). in altri casi, con i pron. pers. da me, da te, ecc., serve a rafforzare: lo farò da me, è meglio che ci vada da sé (cioè: io solo, lui in persona). in espressioni modali, ellittiche: far vita da cani (= come i cani), menar bòtte da orbi, godersela da principe, vivere da povera gente, comportarsi da mascalzone; ti ho trattato da amico; ha risposto da persona di spirito. per indicare più particolarmente un ufficio, una funzione vicaria: funge da amministratore, fa da presidente, gli ha fatto da padre. in altri casi, ha valore temporale e indica età o condizione: da vecchi si è più prudenti che da giovani (= quando si è vecchi, ecc.); da piccolo era un vero terremoto; da segretario non guadagnava molto.
4. con verbi, introduce proposizioni finali o consecutive: dammi un libro da leggere; non hanno da mangiare; forse s’avess’io l’ale da volar su le nubi (leopardi); facevano un rumore tale da sbalordire; non ho niente da fare; guadagna tanto da vivere; non c’è tempo da perdere, ecc. usi più partic.: far da mangiare; negozio da affittare; uomo da ammirare (= degno di essere ammirato); c’è da essere investiti, o da farsi investire, con questo traffico; c’è da diventar matti; avere da, dovere: ho da fare, ho molto da scrivere, ho da correre subito alla stazione.
5. forma infine parecchie locuz. avverbiali: da parte, da lato (o dallato), da canto (o daccanto), da vicino (o davvicino), da lontano, da presso (o dappresso), da per tutto (o dappertutto); e aggettivi composti: dabbene, dappiù (o da più), dammeno (o da meno).
Leggi su
Treccani...
Definizione di Treccani
da’
prep. – forma tronca, di uso tosc. o letter., della prep. articolata dai (= da i).
Leggi su
Treccani...
Definizione di Treccani
da. – in metrologia, simbolo di deca-; preposto ai simboli delle unità di misura, ne indica il multiplo secondo 10: per es., 1 dag (decagrammo) = 10 grammi.
Leggi su
Treccani...
Definizione di Hoepli
da
a prep. semplice (unita agli art. determ. forma le prep. art. dal, dallo, dai, dagli, dalla, dalle; si elide nelle locc. avv. d'altra parte, d'altronde, d'ora in poi, d'altro canto, d'allora e sim.; come pref. richiede il raddoppiamento della consonante iniziale della parola con cui entra in composizione: daccapo, davvero)
¤ introduce numerosi complementi:
1. di moto da luogo: partire da milano; venire dall'inghilterra; uscire dall'ufficio; ricominciare da zero
|| Spesso in correlazione con le prep. a e in indica il luogo, la condizione da cui ha origine un movimento, un passaggio: andare da roma a firenze; contare da uno a dieci; cadere dalla padella nella brace
2. di moto a luogo: verrò da te domani; devo scendere dal tabaccaio
3. di stato in luogo: qui da noi c'è una grande tranquillità
|| Presso: abita da un amico
4. di moto per luogo: passa dal droghiere; questo tavolo non passa dalla porta
5. di allontanamento o separazione: allontanati da quella donna; stacca il quadro dalla parete
6. di distanza: la mia casa dista dalla tua due chilometri
7. di origine, discendenza: l'italiano deriva dal latino
8. di tempo, in riferimento alla decorrenza o alla durata: è da ieri che ti aspetto; vivo a milano da vent'anni
|| Spesso in correlazione con la prep. a: dante visse dal 1265 al 1321
9. d'agente o di causa efficiente, in propos. con il v. in forma passiva: sono stato offeso da tua sorella; la mia casa è stata danneggiata dal terremoto
10. di causa: tremare dal freddo; saltare dalla contentezza
11. di mezzo: ti riconosco dal passo; si capisce dal contesto
12. di fine o scopo: tavolo da disegno; bestia da soma; macchina da scrivere; festa da ballo; biglietto da visita; carta da bollo
13. di qualità: donna dai capelli biondi; giovane dalle belle maniere
14. di stima o prezzo: moneta da cinquanta lire
15. di limitazione: sordo da un orecchio
16. di modo o maniera: si comporta da gentiluomo; discorso da amico; botte da orbi; vita da cani
|| Preceduto da un sost., con il sign. di “degno di”: comportamento da villano; gesto da gentiluomo; questo non è da te
17. con funzione attributiva: da ragazzo ero felice
|| Con funzione predicativa: non trattarmi da sciocco
b come cong.
1. introduce una propos. finale con il v. all'inf.: dammi qualcosa da bere
2. introduce una propos. consecutiva con il v. all'inf.: fa un caldo da morire; sono tanto stanca da non capire piú niente; cosí bella da lasciare senza fiato
c loc. avv. e prep.
1. nelle locc. avv. da lontano, da vicino, da canto, da presso, da parte, da per tutto e sim
2. nelle locc. prep. o prep. composte: fino da, fuori da, di qua da, di là da e sim.
da'
voce verb.
Forma tronca di dài, 2ª pers. sing. dell'imperat. pres. di dare: d. il tuo obolo a chi non ha
Leggi su Hoepli...
Etimologia
← lat. de ăb nei valori di moto da luogo, origine, agente ecc.; lat. de ăd nei valori di moto a luogo e stato in luogo, destinazione, modo, fine ecc.
Termini vicini
czèco czarda czar cyclette cyborg cyberspazio cyberpunk cuvée cutter cutréttola cutireazióne cutina cuticolare cutìcola cuticagna cute cutàneo customiżżare custodire custòdia custòde cussòrgia cusso cùspide cuspidato cuspidale cuscutàcee cùscuta cùscus dabbasso dabbenàggine dabbène daccanto daccapo dacché dàcia dacnomanìa daco dacoromèno dacriocisti dacriocistite dacron dada dadaismo dadaista daddovéro dado dadòforo dadolata daffare dafne dàfnia daga dagherrotipìa dagherròtipo dagli dai dàimio dàino