Il lemma calamaro

Definizioni

Definizione di Treccani

calamaro
s. m. – variante (propriam. forma region.) di calamaio, comune soprattutto con i sign. che seguono:
1. occhiaia livida per stanchezza o malattia; di solito al plur.: era assai pallido e aveva i c. agli occhi; gli occhi sembravano acquistare una maggiore intensità, nonostante li cerchiassero i c. (pratolini).
2. mollusco cefalopode comune nel mediterraneo e molto ricercato per le sue carni; ha corpo snello con due pinne laterali a forma di alette triangolari, conchiglia interna cornea simile a una penna, ghiandola del nero ben sviluppata; abita sui fondi sabbiosi della zona litorale. ◆ dim. calamarétto, calamaro giovane, di piccole dimensioni, assai pregiato come alimento: calamaretti in umido alla genovese.

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Definizione di Hoepli

calamaro
[ca-la-mà-ro]

s.m.
1. zool mollusco marino della classe dei cefalopodi (loligo vulgaris), commestibile, con corpo allungato, dotato di dieci tentacoli e di una sottile conchiglia interna, in grado di secernere, per difesa, una sostanza nera
2. calamaio nei sign. 1 e 2
3. pop. spec. al pl. segno livido, bluastro sotto gli occhi, dovuto a malattia, stanchezza o percossa
‖ dim. calamarétto

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Definizione di Garzanti linguistica

calamaro
[ca-la-mà-ro]
pl. -i
1.
f. -a; pl. -e
mollusco marino con corpo allungato, ampie pinne laterali, sottile conchiglia interna e dieci tentacoli; in caso di pericolo emette una sostanza nera, detta comunemente inchiostro, che intorbida le acque (cl. Cefalopodi); è pescato perché commestibile
2. (fam.) traccia bluastra che compare sotto gli occhi di chi è molto stanco o ammalato

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Etimologia

← propr. forma dial. di calamaio.