Il lemma clamóre

Definizioni

Definizione di Treccani

clamóre
s. m. [dal lat. clamor -oris, der. di clamare «gridare»]. –
1. a. il gridare di più persone insieme, rumore confuso di voci: il clamor delle turbe vittrici copre i lai del tapino che mor (manzoni). per estens., schiamazzo di animali: il c. delle oche salvò il campidoglio; più raram., rumore di cose, come acque, ecc. b. chiasso, rumore, in frasi quali suscitar c., sollevar c., di fatto che desti largo interesse (cfr. clamoroso).
2. lagnanza, rimostranza, grido collettivo di protesta: suscitare i c. della folla; rinnovandosi, con c. grandi di quel popolo, la ignominia delle artiglierie (guicciardini).
3. ant. preghiera, implorazione: li figliuoli nostri hanno fatto clamori e fervori a dio, iubili e canti (Savonarola).

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Definizione di Hoepli

clamore
[cla-mó-re]

s.m. (pl. -ri)
1. rumore assordante prodotto dalla voce di più persone che parlano o gridano insieme: in quella sala c'era un gran c.
SIN. baccano, schiamazzo
2. rumore assordante prodotto da cose: il c. della ferriera, delle cascate
SIN. chiasso, frastuono
3. fig. scandalo, curiosità: questo romanzo susciterà gran c. fra i critici
SIN. scalpore
4. ant., estens. rammarico, protesta
5. ant., estens. implorazione, preghiera

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Definizione di Garzanti linguistica

clamore
[cla-mó-re]
pl. -i
1. acceso interesse, scalpore: la notizia ha suscitato un enorme clamore
2. gran vocio, schiamazzo; grido collettivo: il clamore della folla; i clamori del pubblico | (non com.) fragore, rumore, strepito (di cose): al clamore del mare mi addormentai come a canto di nutrice (SBARBARO)

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Etimologia

← dal lat. clamōre(m), deriv. di clamāre ‘gridare’.